
Luoghi e strumenti per affrontare e combattere il problema
Tratto da: Adista Documenti n° 39 del 07/11/2020
La Federazione delle Donne Evangeliche in Italia (FDEI) costituita nel maggio 1976 è una rete di collegamento tra le donne delle diverse realtà evangeliche esistenti. Ne fanno parte le organizzazioni di donne battiste, metodiste, valdesi, luterane, avventiste, dell'Esercito della Salvezza e della chiesa riformata del Ticino. Sarebbe difficile fare un elenco di quanto svolto da ogni organizzazione rispetto alla violenza di genere, mi limiterò a condividere ciò che insieme abbiamo fatto e facciamo in ambito federativo.
La prima grande occasione per promuovere iniziative e avviare un dibattito all’interno delle Chiese sulla violenza di genere, si è presentata con il “Decennio ecumenico delle Chiese in solidarietà con le donne” (1989-1999) al termine del quale la FDEI ha prodotto un Manifesto in cui si riconosce la diversità, il valore e la forza delle donne, si promuove ogni forma di associazionismo capace di individuare temi o problemi in cui siano protagoniste; si invitano gli uomini e le donne a trovare modi nuovi per comunicare la loro reciproca differenza per valorizzare l’etica del riconoscimento. Nel decennio che segue dedicato a “sconfiggere la violenza” (2001-2010), la FDEI lancia una campagna di sensibilizzazione sulla violenza di genere. Organizza a Roma nel 2009 un convegno dal titolo “L’amore non sopporta tutto: capire le cause per curare gli effetti” che conclude la partecipazione alla campagna “Staffetta contro la violenza di genere”, indetta dall’Unione Donne in Italia (UDI), che ci aveva viste impegnate, a vari livelli, in tutti i territori. Simbolo della staffetta un’anfora che parte da Niscemi dove era stata uccisa una ragazza, per girare varie città italiane.
Le comunità evangeliche trovano nei due decenni un incentivo particolare per organizzare incontri, dibattiti, e dar vita a iniziative varie. Viene promosso un sondaggio sulla visibilità delle donne nella Chiesa e nella società, i risultati spingono nel 2004 la FDEI a sollecitare con una lettera i pastori e le pastore di tutte le Chiese a offrire dei luoghi ove poter raccontare le proprie esperienze di sofferenza, di resistenza; a collaborare con gruppi, movimenti e organizzazioni internazionali, ad allearsi con altre comunità di fede su questa comune preoccupazione. Inoltre, a denunciare pratiche ecclesiastiche, dottrine teologiche complici di abusi di potere che degenerano in forme di violenza; ad elaborare strategie e pratiche pastorali capaci di rendere giustizia alle persone sopravvissute alla violenza e di offrire consiglio a coloro che hanno commesso violenza.
Nel 2007, la FDEI pubblica per la prima volta I 16 giorni contro la violenza, una compilazione di dati statistici, testi biblici, riflessioni, preghiere e domande per ognuno dei giorni che l’ONU dedica ogni anno alla lotta contro la violenza: dal 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, al 10 dicembre, anniversario della Dichiarazione dei diritti umani. Da allora, l’iniziativa si ripete ogni anno. Nel 2019 si sono messi a confronto alcuni articoli della Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa con il cosiddetto Rapporto ombra dell’Associazione dei centri antiviolenza (DI.RE) evidenziando la distanza tra le norme adottate e l’applicazione sul territorio nazionale. Il tema del 2020 sarà la violenza di genere e la salute delle donne. Ulteriori occasioni di riflessione sono state offerte dai campi di formazione organizzati dalla Federazione in varie aree della penisola, da diversi presinodi e incontri regionali dove le donne hanno potuto analizzare di volta in volta un tema dal loro punto di vista: autocoscienza, lotta contro la cultura del silenzio e dell’indifferenza, aiuto pratico e concreto alle vittime.
Dal 2014 la FDEI aderisce alla campagna “Posto occupato” ideata dalla giornalista Maria Andaloro per sensibilizzare sui femminicidi. Una sedia con sopra una sciarpa e una borsa rosse che evidenziano l’assenza del corpo delle donne alle quali quel posto è stato ingiustamente sottratto. Quelle sedie vuote sono rimaste a lungo nelle nostre comunità.
In questi anni un apporto importante a ben focalizzare l’argomento lo hanno svolto gli studi biblici che hanno evidenziato come Dio fosse rappresentato anche con immagini femminili e hanno riscoperto alcune figure bibliche femminili. Significativi sono stati i contributi delle pastore Elizabeth Green, Lidia Maggi e Letizia Tomassone, che hanno aiutato a leggere con occhi nuovi le donne della Bibbia e la dottrina delle Chiese per comprendere come e quanto il cristianesimo abbia contribuito ad affermare una cultura violenta, il popolo di Dio e le Chiese non sono innocenti sulla sorte delle donne.
La Commissione Studi della Fcei insieme all’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso hanno elaborato un appello che ha coinvolto la Conferenza episcopale italiana (CEI), e i patriarcati ortodossi. L’appello firmato al Senato il 9 marzo 2015 chiama le chiese ad un’attenzione particolare sul tema, in ciò che è loro specifico: nella predicazione, nella spiegazione del vangelo, nella catechesi e, in tutte le attività di formazione che le competono. Non si tratta di una mera posizione contro la violenza sulle donne bensì di un impegno a promuovere, negli ambiti formativi, una cultura che combatta tale violenza, riaffermando che non può esserci violenza o discriminazione messe in atto nel nome di Dio.
Nel 2017 una delegazione della FDEI ricevuta dalla Presidente della Camera Laura Boldrini consegna 5.158 firme raccolte mediante due petizioni contro la violenza sulle donne: una riferita alle donne e l’altra agli uomini, ad indicare la corresponsabilità dei sessi dinanzi ad un fenomeno da arrestare.
Durante il nostro ultimo convegno “Giustizia di genere, diritti di tutte e tutti. Il contributo delle donne in una società in cerca di orientamento e speranza” abbiamo modificato un articolo del nostro Statuto aggiungendo una frase che rappresenta la sintesi dell’obbligo assunto nei confronti delle donne ossia impegnarci «con continuità sul tema della violenza di genere, sia attraverso la produzione di materiali di informazione e formazione sia con azioni concrete per promuovere anche nelle Chiese evangeliche un dibattito sull’origine culturale di tale violenza».
Nel 2019 la FDEI aderisce alla “Dichiarazione sulla violenza sessuale e di genere” del CEC, condanna ancora una volta la violenza sessuale e di genere in ogni sua forma e dichiara tale violenza un peccato. Promuove la Campagna mondiale del giovedì in Nero a sostegno del movimento globale che si oppone a tutte le forme di ingiustizia e abuso. Ogni giovedì indossiamo qualcosa di nero insieme alla spilla con scritto “per un mondo senza stupri e violenza” con il proposito di sensibilizzare ritenendo il cambiamento culturale fondamentale.
Dal 2019 presso l’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova si hanno corsi di formazione per le donne e gli uomini delle nostre Chiese sulla rete di prevenzione, protezione e tutela e sulla pastorale alle donne vittime di violenza; come all’Ospedale Evangelico di Napoli Ponticelli-Villa Betania per le donne del centro e sud Italia. Questi due poli ci consegneranno persone capaci di svolgere un ruolo di ascolto, che richiede sia un lavoro in rete che con le associazioni già attive sul territorio.
Durante il periodo di confinamento a causa della pandemia, la FDEI ha invitato le Chiese a promuovere spazi sicuri, fisici e virtuali per chi in casa non trova un Luogo di protezione, ha incoraggiato le donne a cercare assistenza pastorale, a rivolgersi ai centri sociali e alle associazioni territoriali. Abbiamo scritto alle donne e agli esecutivi delle Chiese, alla ministra per le pari opportunità offrendo proposte concrete per un rilancio sociale, economico e culturale che parta dalle donne, manifestando il bisogno di sostenere le strutture di accoglienza per le donne maltrattate e i loro figli, e di agevolarne la nascita di nuove sul territorio nazionale.
Per il 2020-21 abbiamo in cantiere un progetto (finanziato dall’8‰ delle Chiese Battiste, Valdesi, Metodiste), che ci vedrà impegnate a livello nazionale e ci permetterà d’attivare giornate di sensibilizzazione e confronto fra donne e uomini. La presenza degli uomini, in qualità di alleati del genere femminile, è fondamentale nella revisione della struttura gerarchica patriarcale, nella comprensione dei fondamenti della disuguaglianza di genere, nell’evoluzione dell’ideale maschile e per una responsabilizzazione che porti ad un cambio di modello necessario alle generazioni future.
Consapevoli che la violenza maschile sulle donne non è l’atto individuale di un uomo nei confronti di una donna bensì una problematica connessa alla struttura sociale della mascolinità e coscienti che le religioni hanno la loro responsabilità, le donne evangeliche sanno di essere all’inizio di un lungo percorso di presenza e testimonianza. Ciò implica per la FDEI esperienze concrete respingendo l’idea che questo sia un tempo di rassegnazione. Per noi oggi è un tempo per costruire ancora utopie, come recita il testo biblico scelto per il nostro ultimo congresso “Così in terra come in cielo”. Manifestando nel nostro impegno una rinnovata dimensione dell’amore di Dio, insieme desideriamo testimoniare, che Dio vive in mezzo a noi e con noi e ciò intreccia un nuovo modo di vivere la fede e di condividere speranza. Perché ciò ci riguarda.
Gabriela Lio è presidente della Federazione delle Donne Evangeliche in Italia (FDEI).
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