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Omotransfobia, ok della Camera: un passo importante su un cammino ancora lungo

Omotransfobia, ok della Camera: un passo importante su un cammino ancora lungo

Con 265 voti favorevoli, 193 contrari e un solo astenuto, la Camera ha approvato ieri in prima lettura il testo di legge del deputato Pd Alessandro Zan. Il ddl, nato come sintesi di alcune proposte di legge depositate in precedenza (per esempio da Laura Boldrini, Mario Perantoni e Ivan Scalfarotto), modifica l’articolo 604 bis e ter del codice penale per punire con aggravanti di reato la violenza e la discriminazione esercitata o incitata per motivi fondati su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e – dopo il dibattito in assemblea – disabilità. Tra le polemiche dell’opposizione, che grida allo scandalo e ritiene questa legge liberticida perché a suo avviso introduce un “reato d’opinione”, il ddl Zan passa ora in Senato per la seconda lettura.

La maggioranza, e in particolare il Pd, saluta con entusiasmo il passaggio parlamentare. Basta leggere su Twitter i commenti a caldo dei membri della Camera. Scrive l’account del Deputati del Pd: «Una legge che tutela le donne, le persone lgbt+ e i disabili. Siamo per i diritti contro ogni discriminazione»!

«La Camera ha approvato la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo», fa eco lo stesso Alessandro Zan. «Un grande passo avanti contro discriminazioni, odio e violenze. Con lo stesso impegno e la stessa tenacia inizieremo il percorso al Senato. L’Italia raggiungerà questo traguardo di civiltà».

«La Camera approva la proposta di legge contro l'omotransfobia e la misoginia», canta vittoria anche la deputata Laura Boldrini. «Adesso il ddl Zan passa al Senato. Non dobbiamo mollare la presa. Facciamo respirare la società: liberiamola dai veleni dell'odio e della paura!».

«Ok a ddl Zan è una bella notizia. Siamo a metà di un cammino che stiamo percorrendo con tenacia e coraggio, con l’obiettivo di rendere questo Paese un po’ più civile e inclusivo. Ora rapida approvazione anche in Senato. Non si può aspettare oltre», è anche il commento di Monica Cirinnà sullo stesso social network.

Uno dei nodi controversi, che non è andato giù in particolare al mondo cattolico conservatore, è la distinzione scritta nero su bianco nel ddl tra sesso e genere, inteso il primo come dato biologico e il secondo – indipendente dal primo – come manifestazione esteriore della singola persona.

Piena uguaglianza obiettivo finale

Secondo il segretario generale di Arcigay Gabriele Piazzoni, «l’approvazione alla Camera dei Deputati della legge contro l’omotransfobia e la misoginia è una prima vittoria che ci fa ben sperare sull’approvazione definitiva del provvedimento». Nella nota pubblicata sul sito dell’Arcigay Piazzoni ringrazia i parlamentari impegnati nel processo di riforma e lancia l’appello al Senato per la seconda lettura: «Sappiamo che non sarà un passaggio senza difficoltà», dice. In particolare, chiarisce, «i toni della discussione avvenuta in Commissione ed in aula alla Camera, così come la difficoltà dell’iter e alcune soluzioni trovate nel testo della legge, come la necessità ridondante di ribadire i principi di libertà di opinione già previste dalla Costituzioni e dalla giurisprudenza è un indicatore chiaro delle difficoltà che ancora oggi la politica ha nell’affrontare le leggi che riguardano le persone Lgbti. Una cosa che abbiamo già vissuto nel 2016 durante la discussione della legge sulle unioni civili. Un indicatore chiaro della tanta strada che ancora resta alle persone Lgbti per arrivare a quella piena uguaglianza che è e resta il traguardo finale delle nostre battaglie per la costruzione di un Paese migliore per tutte e tutti. Ci concediamo una giornata di festeggiamenti, ma già da domani sarà necessario volgere lo sguardo in avanti e riprendere la battaglia in Senato, per giungere alla definitiva conversione in legge del testo».

* LGBT Rainbow, foto [ritagliata] del 2015 di Jeremy Segrott, tratta da flickr, licenza originale e licenza

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