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“Dov’è lo spirito?”. Il papa attacca il cammino sinodale tedesco i suoi metodi democratici

“Dov’è lo spirito?”. Il papa attacca il cammino sinodale tedesco i suoi metodi democratici

Tratto da: Adista Notizie n° 43 del 05/12/2020

40471 CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. È un attacco frontale al Cammino sinodale che si sta svolgendo in Germania, quello che papa Francesco ha sferrato mercoledì 25 novembre scorso, nel corso dell’udienza generale? Sembrerebbe proprio cosi, a giudicare dalle parole che ha pronunciato dalla Biblioteca del Palazzo apostolico, in una catechesi dedicata al tema della preghiera nella Chiesa nascente nella primitiva comunità di Gerusalemme, sulla scorta di quanto scrive Luca negli Atti degli Apostoli (2,42): «Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere».

«Troviamo qui quattro caratteristiche essenziali della vita ecclesiale», spiega il papa: «L’ascolto dell’insegnamento degli apostoli, primo; secondo, la custodia della comunione reciproca; terzo, la frazione del pane e, quarto, la preghiera. Esse ci ricordano che l’esistenza della Chiesa ha senso se resta saldamente unita a Cristo, cioè nella comunità, nella sua Parola, nell’Eucaristia e nella preghiera. È il modo di unirci, noi, a Cristo. La predicazione e la catechesi testimoniano le parole e i gesti del Maestro; la ricerca costante della comunione fraterna preserva da egoismi e particolarismi; la frazione del pane realizza il sacramento della presenza di Gesù in mezzo a noi: Lui non sarà mai assente, nell’Eucaristia è proprio Lui. Lui vive e cammina con noi. E infine la preghiera, che è lo spazio del dialogo con il Padre, mediante Cristo nello Spirito Santo».

Ne consegue, prosegue il papa, che «tutto ciò che nella Chiesa cresce fuori da queste “coordinate”, è privo di fondamenta. Per discernere una situazione dobbiamo chiederci come, in questa situazione, ci sono queste quattro coordinate: la predicazione, la ricerca costante della comunione fraterna, la carità, la frazione del pane – cioè la vita eucaristica – e la preghiera. Qualsiasi situazione dev’essere valutata alla luce di queste quattro coordinate. Quello che non entra in queste coordinate e privo di ecclesialità, non è ecclesiale. È Dio che fa la Chiesa, non il clamore delle opere. La Chiesa non è un mercato; la Chiesa non e un gruppo di imprenditori che vanno avanti con questa impresa nuova. La Chiesa è opera dello Spirito Santo, che Gesù ci ha inviato per radunarci. La Chiesa è proprio il lavoro dello Spirito nella comunità cristiana, nella vita comunitaria, nell’Eucaristia, nella preghiera, sempre. E tutto quello che cresce fuori da queste coordinate è privo di fondamento, e come una casa costruita sulla sabbia (cfr Mt 7,24-27). E Dio che fa la Chiesa, non il clamore delle opere. È la parola di Gesù che riempie di senso i nostri sforzi. E nell’umiltà che si costruisce il futuro del mondo».

«Dove c’e lo Spirito Santo, li?»

Di qui, dunque, il suo attacco esplicito al Cammino sinodale che la Chiesa tedesca – vescovi e laici insieme – ha concepito per cercare strade che possano mettere un freno all’apparentemente irrefrenabile emorragia di fedeli che la Chiesa locale sta vivendo da alcuni anni – da quando la credibilità e l’unita ecclesiale sono state devastate dalla crisi degli abusi – e che sta portando avanti, dalla prima domenica di Avvento dello scorso anno. E anche questa coincidenza temporale del discorso del papa non può essere casuale, essendo il 29 novembre la prima domenica d’Avvento. L’obiettivo del Cammino sinodale e di giungere, in due anni, a una riforma su quattro ambiti: celibato sacerdotale, magistero sulla morale sessuale, ruolo delle donne e riduzione del potere clericale. Una riforma, insomma, strutturale e radicale di disfunzioni e ambiti che richiedono un urgente aggiornamento, da ottenere tramite un “Cammino” che non e mai esistito in questa forma nella Chiesa cattolica, e il cui massimo organo, l'Assemblea sinodale, conta 230 membri in rappresentanza della varietà più ampia possibile di vita della Chiesa (v. Adista Notizie nn. 28, 33, 34, 43/19). La sua approvazione era stata preceduta da un lungo dibattito, che aveva tenuto conto delle indicazioni date dallo stesso papa Francesco in una lettera inviata ai vescovi tedeschi alla fine del giugno 2019; una lettera di appoggio, per certi versi, ma anche di franchi inviti alla prudenza.

L’invito, qui, pare essersi trasformato in condanna. Dopo aver ricordato che «la missione e ricordare Gesù, ma non come un esercizio mnemonico. I cristiani, camminando sui sentieri della missione, ricordano Gesù mentre lo rendono nuovamente presente; e da Lui, dal suo Spirito, ricevono la “spinta” per andare, per annunciare, per servire», il papa, nella sua catechesi, afferma: «Alle volte, sento una grande tristezza quando vedo qualche comunità che, con buona volontà, sbaglia la strada perché pensa di fare la Chiesa in raduni, come se fosse un partito politico. “Ma, la maggioranza, la minoranza, cosa pensa di questo, di quello, dell’altro… E questo è come un Sinodo, una strada sinodale che noi dobbiamo fare…”. Io mi domando: “Ma dove c’è lo Spirito Santo, li? Dove c’è la preghiera? Dove c’è l’amore comunitario? Dove c’è l’Eucaristia?”. Per valutare una situazione, se è ecclesiale o non è ecclesiale, domandiamoci su queste quattro coordinate. (...) Se manca questo, manca lo Spirito e se manca lo Spirito, noi saremo una bella associazione umanitaria, di beneficenza, bene, bene… anche un partito, diciamo così, ecclesiale. Ma non c’è la Chiesa». Citando le parole di papa Ratzinger, afferma che «La Chiesa non cresce per proselitismo, cresce per attrazione». E prosegue: «Se manca lo Spirito Santo, che è quello che attrae a Gesù, non c’è la Chiesa, li. C’è un bel club di amici, bene, con buone intenzioni, ma non c’è la Chiesa, non c’è sinodalità».

La catechesi si conclude con un richiamo alla preghiera («leggendo gli Atti degli Apostoli scopriamo allora come il potente motore dell’evangelizzazione siano le riunioni di preghiera, dove chi partecipa sperimenta dal vivo la presenza di Gesù ed e toccato dallo Spirito»), ma e evidente che sul concetto di sinodalità si giocherà – di fatto e gia in gioco da alcuni anni – la prossima parte del pontificato di Francesco, tanto che la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, annunciata lo scorso marzo per il 2022, sarà dedicata proprio a questo tema (“Per una Chiesa sinodale: Comunione, Partecipazione e Missione”).

Nel frattempo in Germania…

La reazione alle parole del papa nelle prime 48 ore è stata frastagliata. Lo ZdK (Comitato centrale dei cattolici tedeschi, l’organismo di massima rappresentanza del laicato coinvolto nel Cammino sinodale accanto ai vescovi) prende con assoluta calma le critiche di Francesco alle strutture democratiche della Chiesa e non le considera una critica al Sinodaler Weg: il papa, ha detto il presidente Thomas Sternberg all’agenzia KNA (26/11), ha più volte esortato «a cercare con coraggio soluzioni per il cammino della Chiesa oggi e per la predicazione della fede», sottolineandone allo stesso tempo la «dimensione spirituale». Il Cammino sinodale tedesco, ha spiegato pacatamente Sternberg, cerca di «coniugare la ricerca di nuove soluzioni, da raggiungere con decisioni democratiche, con la spiritualità, con la preghiera e con la liturgia»; «non riesco a immaginare – ha detto – che papa Francesco voglia impedire decisioni democratiche riguardo a strutture e forme di organizzazione, facendo riferimento alla dimensione spirituale della Chiesa».

Anche la stampa nazionale si interroga sull’intervento di Francesco; «Papa Francesco critica il Cammino sinodale? », si chiede il quotidiano cattolico Die Tagespost (25/11); «Le sue osservazioni durante l'udienza generale di mercoledì suggeriscono questa conclusione». Stessa osservazione si legge sulla bavarese Süddeutsche Zeitung (25/11): «Papa Francesco ha rifiutato le riforme della Chiesa basate su standard puramente democratici»; «Il dibattito tra chierici e laici sulla riforma nella Chiesa cattolica tedesca si intitola ufficialmente "Cammino sinodale". Francesco non ha menzionato direttamente il dibattito tedesco, ma ha usato il termine nella sua forma generale nelle sue osservazioni»; «Prima dell'inizio del Cammino sinodale, Francesco si era gia rivolto con una “lettera al popolo di Dio pellegrino in Germania” ammonendo di non risolvere i problemi esclusivamente “riformando strutture, organizzazioni e amministrazione”». 

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