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La People’s Vaccine Alliance contro la «grande disuguaglianza nella corsa al vaccino»

La People’s Vaccine Alliance contro la «grande disuguaglianza nella corsa al vaccino»

Se la drammatica marcia del virus quest’anno ha dimostrato di non guardare in faccia nessuno e di colpire ovunque senza distinzioni geografiche, economiche o sociali, la corsa alla distribuzione del vaccino per l’immunizzazione della popolazione mondiale prefigura una riproduzione su vasta scala delle enormi disuguaglianze che affliggono il pianeta. L’allarme sull’accesso disuguale è stato lanciato oggi dalla People’s Vaccine Alliance (rete di organismi di cui fanno parte, tra gli altri Oxfam, Amnesty International, Frontline AIDS e Global Justice Now), accompagnato da un «appello urgente a governi e industrie farmaceutiche per rendere il vaccino un bene pubblico globale».

«Dall’analisi dei dati sugli accordi chiusi tra Paesi e case farmaceutiche, raccolti dall’istituto di analisi e informazione scientifica Airfinity, risulta che i paesi ricchi, con il solo 14% della popolazione mondiale, hanno già acquistato il 53% di tutti i vaccini più promettenti finora», spiega Oxfam Italia in un comunicato odierno. «Dall’altro lato, 67 paesi a reddito medio-basso e basso rischiano di essere lasciati indietro» e, in assenza di politiche e accordi adeguati, potrebbero vedere vaccinato un solo cittadino su 10.

«A nessuno dovrebbe essere impedito di ottenere un vaccino salvavita a causa del Paese in cui vive o della quantità di denaro che possiede», ha dichiarato Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia. «Senza un’inversione di marcia, miliardi di persone in tutto il mondo non riceveranno un vaccino sicuro ed efficace contro il Covid-19 negli anni a venire». Ha aggiunto Heidi Chow (Global Justice Now) che «tutte le case farmaceutiche e gli istituti di ricerca che stanno lavorando allo sviluppo di un vaccino devono condividere i dati, il know-how tecnologico e i diritti di proprietà intellettuale in modo che sia prodotto un numero sufficiente di dosi sicure ed efficaci per tutti. I governi devono anche garantire che l'industria farmaceutica anteponga la vita delle persone al profitto».

Oltre alla condivisione di tecnologie e diritti di proprietà intellettuale, le organizzazioni del People’s Vaccine Alliance chiedono ai governi di impegnarsi affinché il vaccino diventi «un bene pubblico globale, distribuito equamente, in base ai bisogni e somministrato gratuitamente alla popolazione. Un primo passo sarebbe sostenere la proposta presentata questa settimana dal Sudafrica e dall'India al Consiglio dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, di sospendere i diritti di proprietà intellettuale per i vaccini, i test e le terapie COVID-19 fino a quando tutti non saranno protetti».

Un fermo richiamo alle responsabilità dei Paesi più ricchi, in termini di cooperazione e assistenza per la tutela della salute dei più poveri, è arrivato da Steve Cockburn, responsabile per la giustizia economica e sociale di Amnesty International, che ha poi aggiunto: «Acquistando la stragrande maggioranza della fornitura mondiale di vaccini, i Paesi ricchi violano dunque i loro obblighi in materia di diritti umani».

Conclude il comunicato di Oxfam: «In questo quadro, secondo le organizzazioni della People’s Vaccine Alliance, i tempi sono maturi per garantire un vaccino universale. Un appello già firmato da centinaia di sopravvissuti, operatori sanitari, attivisti, leader mondiali, economisti tra cui Cyril Ramaphosa, Imran Khan, Ellen Johnson Sirleaf, Gordon Brown, Helen Clark, Mary Robinson, Joseph Stiglitz, John Nkengasong e Thomas Piketty».

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