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Basta finanziare distruzione e inquinamento! Greenpeace rilancia la petizione al governo

Basta finanziare distruzione e inquinamento! Greenpeace rilancia la petizione al governo

Greenpeace rilancia la campagna #Restart, nata in piena pandemia in vista del rilancio economico e sociale, che chiede alla politica italiana di interrompere il fiume di capitali destinati ad attività pericolose e ambientalmente dannose e “Ripartire da salute, lavoro e ambiente. Per ricostruire un Paese dobbiamo pensare al futuro dell’intero pianeta”.

La crisi sanitaria, sottolinea la petizione di Greenpeace, ci pone di fronte a un bivio, a una scelta cruciale: «Ripristinare il vecchio sistema economico fondato su attività inquinanti e distruttive che hanno avvelenato noi e il Pianeta, o porre una volta per tutte le basi per consegnare alle future generazioni un mondo verde, sicuro e pacifico?».

In un comunicato del 14 dicembre, l’organismo ambientalista spiega che, «nelle basi militari di Ghedi e Aviano, sono custodite circa 40 bombe nucleari americane. 40. E in caso di incidente, è proprio il Ministero della Difesa a stimare che le persone raggiunte dal fungo radioattivo potrebbero essere fino a 10 milioni». Nonostante il parere contrario dei cittadini italiani, questi ordigni vengono custoditi nel più assoluto segreto militare e per la loro gestione «stiamo già pagando un prezzo molto alto». Grazie ad indagini dell’Unità Investigativa di Greenpeace, si è scoperto che questo prezzo ammonta a circa 100 milioni di euro l’anno». La stessa cifra necessaria per acquistare 5mila ventilatori o per creare 4.500 nuovi posti in terapia intensiva.

Prosegue Greenpeace: «Ogni anno il nostro Paese spende quasi 6 miliardi per acquistare portaerei, F-35, elicotteri, missili. E non basta: nell’ipotesi che l’Italia assegni 20 velivoli F-35 ai compiti nucleari, il costo per l’acquisto e l’utilizzo dei nuovi cacciabombardieri lieviterebbe a circa 10 miliardi di euro per i prossimi 30 anni».

E mentre l’Italia si arma e spende soldi per difendersi da ipotetiche invasioni militari, «è stato un virus, invece, a distruggere il nostro sistema economico e sociale: perché mancano infermieri, insegnanti, operatori sociali e infrastrutture per garantire a tutti di vivere davvero in sicurezza».

L’organizzazione rilancia la petizione proprio nel momento in cui «il nostro Governo sta discutendo i piani di investimenti per la ripartenza», con l’appello a non ripetere gli errori del passato e che hanno portato il mondo intero ad ammalarsi. «Ora al Governo Italiano chiediamo: avete il coraggio di fare le scelte necessarie e non più rimandabili, per consegnare alle future generazioni un Paese più sicuro, verde e pacifico? Abbiamo già raccolto 80.000 firme, aiutaci ad arrivare a 100.000 entro la prossima settimana». Segui il link per firmare la petizione.

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