
Basta finanziare distruzione e inquinamento! Una petizione di Greenpeace al governo
Si scrive “sicurezza”, si legge sofferenza e profitto. «Mentre cerchiamo disperatamente risorse per curarci, riparare le nostre scuole e garantire la sopravvivenza alle famiglie colpite dalla crisi economica, stiamo pagando 859 milioni di euro per l’acquisto di F-35», spiega Greenpeace nel comunicato che accompagna la petizione “Ripartire da salute, lavoro e ambiente. Per ricostruire un Paese dobbiamo pensare al futuro dell’intero pianeta”. «Li chiamano investimenti in sicurezza. Ma armi e arsenali possono assicurarci solo altre morti. O nella migliore delle ipotesi, resteranno parcheggiati in un magazzino lontano dagli occhi di tutti».
La petizione, che si può firmare sul sito di Greenpeace, chiede «al governo ora di fermare gli investimenti in F35 e altri arsenali militari e investire in salute, istruzione e ambiente. Questa è la sola via d’uscita dalla crisi, non ripetiamo gli errori del passato».
Ed è anche la più grande lezione di questo tempo di pandemia, si legge sulla petizione, che ci pone di fronte a un bivio, a una sceltac ruciale: «Ripristinare il vecchio sistema economico fondato su attività inquinanti e distruttive che hanno avvelenato noi e il Pianeta, o porre una volta per tutte le basi per consegnare alle future generazioni un mondo verde, sicuro e pacifico?».
È la sceltà delle priorità dell’agenda politica: «Armi o medici», dice Greenpeace. «Ogni anno il nostro Paese spende quasi 6 miliardi per acquistare portaerei, F-35, elicotteri, missili. Così, accrescendo di anno in anno il proprio arsenale, gli Stati si preparano a difendersi da ipotetiche guerre e invasioni. È stato un virus, invece, a distruggere il nostro sistema economico e sociale: perché mancavano infermieri, insegnanti, operatori sociali e infrastrutture per garantire a tutti di vivere davvero in sicurezza. Le spese militari italiane nel 2019 sono state più di 23 miliardi, con cui avremmo potuto comprare più di 87 mila ambulanze perfettamente equipaggiate, o assumere 638 mila infermieri».
Non solo, c’è poi la questione climatica che incombe irreversibilmente sulle nostre teste: combustibili fossili, città inquinanti, allevamenti intensivi ecc. assorbono risorse pubbliche e distruggono il pianeta, ponendoci sempre di fronte al ricatto tra lavoro e salute, crescita o tutela dell’ambiente.
Per tutte queste ragioni, con questa petizione, Greenpeace chiede al governo di «riscrivere il sistema di assegnazione dei fondi pubblici che attualmente premia i grandi inquinatori e l’industria bellica, a vantaggio delle imprese che producono in modo sano ed ecologico e del welfare». Un’agenda politica che ponga la salute e il benessere di tutti prima degli interessi di pochi; che sposti importanti risorse dalla “fabbrica di morte” al welfare, al settore sanitario, alla scuola; che si prenda cura del pianeta, attuando con ambizione un piano di transizione energetica e di decarbonizzazione; che promuova la qualità della vita nelle città, a partire dalla valorizzazione delle periferie e delle aree verdi; che punti all’agricoltura sostenibile e biologica, spostando i sussidi dall'agricoltura industriale intensiva alle «aziende che producono cibo in modo sano ed ecologico».
«La crisi che stiamo vivendo ha svelato il lato spietato del nostro sistema economico – conclude Greenpeace –, che ha sempre premiato chi danneggia, inquina, sfrutta la Terra e tutti i suoi abitanti, ignorando i rischi per le future generazioni. Ora è il momento di ripartire per ricostruire un mondo più verde e pacifico».
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!