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È guerra tra i vescovi Usa sulla politica pro-choice di Biden

È guerra tra i vescovi Usa sulla politica pro-choice di Biden

WASHINGTON-ADISTA. Sempre più polarizzata la Conferenza episcopale statunitense. Una lettera firmata dal presidente mons. José Gomez, arcivescovo di Los Angeles, mirante ad avvertire il neopresidente degli Stati Uniti Joe Biden che i vescovi non avrebbero potuto «restare in silenzio» su questioni di bioetica e sulla sua posizione “pro-choice” in merito all’aborto, ha suscitato un vespaio. E sarebbe un “giallo” la sua pubblicazione, che secondo alcuni siti della destra cattolica sarebbe stata temporaneamente bloccata dal Vaticano il 20 gennaio scorso. Programmata, secondo quanto riporta il Washington Times (20/1), per le 9 del giorno dell’insediamento di Biden, sarebbe stata ritardata fino all’insediamento del presidente, per dare tempo a papa Francesco di inviare il suo messaggio di auguri. Il condizionale è d’obbligo - la missiva è comunque pubblicata sul sito della Conferenza episcopale – ma quel che è certo è che ha causato enormi dissapori tra i vescovi. Tra quelli contrari alla sua pubblicazione, in quanto potenziale causa di divisione - soprattutto dal momento che nel suo messaggio augurale a Biden inviato mercoledì poco dopo il giuramento papa Francesco pregava perché Dio guidasse i suoi sforzi per portare riconciliazione nel Paese - figurano il card. Joseph Tobin di Newark e il card. Blase Cupich di Chicago; quest’ultimo, evidenziando le profonde divisioni all’interno dell’episcopato Usa sull’approccio da adottare rispetto alla presidenza Biden, ha definito «sconsiderata» la lettera di Gomez e ha dichiarato che molti vescovi non erano stati consultati: «Una consultazione collegiale che è il corso normale per dichiarazioni che rappresentano e godono del ponderato appoggio dei vescovi americani». In una dichiarazione separata, poi, Cupich ha formulato i suoi auguri al presidente Biden e alla vicepresidente Kamala Harris, dicendo: «La nuova amministrazione prende l’avvio in un periodo di pandemia globale, pericolo economico e profonda divisione, quando milioni di nostri fratelli e sorelle sono stati messi a dura prova dalla malattia, dalla povertà e dal razzismo. Preghiamo che la via da seguire sia ispirata, come ha chiesto il Santo Padre, dal sognare insieme».

«La religiosità e la storia personale di Biden, la sua commovente testimonianza di come la sua fede gli abbia portato conforto in tempi di oscurità e tragedia, il suo impegno di lunga data per la priorità del Vangelo per i poveri: trovo tutto questo trovo foriero di speranza e ispirazione», ha scritto Gomez nella lettera. «Allo stesso tempo, come pastori, ai vescovi della nazione è affidato il dovere di proclamare il Vangelo in tutta la sua verità e potenza, a tempo debito e fuori tempo, anche quando quell'insegnamento è scomodo o quando le verità del Vangelo sono contrarie alle indicazioni della società e della cultura più ampie», ha proseguito. «Quindi, devo sottolineare che il nostro nuovo presidente si è impegnato a perseguire alcune politiche che promuoveranno i mali morali e minaccerebbero la vita e la dignità umana, soprattutto nelle aree dell'aborto, della contraccezione, del matrimonio e del genere. Di profonda preoccupazione è la libertà della Chiesa e la libertà dei credenti di vivere secondo la loro coscienza». Gomez ha poi sottolineato che affrontare la «continua ingiustizia dell'aborto» rimane una «priorità preminente». «Preminente non significa “esclusiva” - ha scritto - Abbiamo profonde preoccupazioni per molte minacce alla vita umana e alla dignità nella nostra società. Ma come insegna Papa Francesco, non possiamo tacere quando quasi un milione di vite non nate vengono messe da parte nel nostro Paese anno dopo anno a causa dell'aborto».

 

* Foto di Gage Skidmore tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

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