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L’ombra lunga di comunione e liberazione sul governo Draghi

L’ombra lunga di comunione e liberazione sul governo Draghi

Tratto da: Adista Notizie n° 8 del 27/02/2021

40554 ROMA-ADISTA. C’era un tempo in cui Comunione e Liberazione (CL) governava direttamente a livello locale e nazionale. Lo faceva con persone interne ma anche con coloro che erano vicini alle tante “opere” messe in piedi dai seguaci di don Luigi Giussani. Lo faceva prevalentemente a destra, dove il movimento si è sempre trovato a suo agio per l’integrismo ideologico e la spregiudicatezza politica; ma anche nel centro sinistra, fedele a quella “politica dei due forni” teorizzata e praticata da Giulio Andreotti, nume tutelare di CL (e per anni direttore del mensile ciellino 30giorni).

Oggi CL, che ha vissuto anni difficili per gli scandali anche giudiziari che hanno colpito i suoi membri (su tutte, la parabola del “Celeste”, Roberto Formigoni), ma anche scossa da vicissitudini interne al movimento (il commissariamento vaticano dei Memores Domini, associazione di laici ciellini che fanno voti di povertà castità, obbedienza, v. Adista Notizie n. 27/20), si muove con maggiore prudenza.

Del resto CL, che non si è mai distinta per l’originalità della proposta spirituale o teologica, scomparso il fondatore (i cui testi sono comunque datati e difficilmente riproponibili nel contesto civile e religioso contemporaneo), ha ulteriormente perso di rilevanza nella dimensione ecclesiale del movimento, specie dopo il tramonto dell’epoca ruiniana. Resta a CL la potenza economica. E la necessità di trovare sponde politiche che la supportino.

In mancanza (o in attesa) di una classe dirigente adeguata, o che comunque sostituisca quella precedente, CL mantiene comunque la capacità di influenzare le scelte politiche e di orientare l’azione di governo. E con Mario Draghi si può dire che CL sia tornata al governo. Non per forza direttamente, come riusciva a fare ancora qualche anno fa, ai tempi di Lupi, Formigoni, Mauro. Piuttosto, attraverso una serie di ministri considerati vicini al movimento. Tra le novità del nuovo esecutivo che ha ottenuto la fiducia di Camera e Senato, ce ne sono diversi riconducibili a quell’area.

Del resto, diversi commentatori hanno notato come l’investitura di Draghi sia stata benedetta proprio dal Meeting di CL. Da quella ribalta, il 18 agosto 2020, nella giornata inaugurale della kermesse, Draghi fece un discorso programmatico che parve quello di un futuro premier. E fu accolto dall’entusiastica approvazione del popolo ciellino. A commentarlo sui i giornali – col senno di poi fa un certo effetto – ci furono anche l’attuale ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sul Messaggero, e Renato Brunetta, tornato titolare del dicastero Pubblica Amministrazione in un'intervista di Emilio Targia per Radio Radicale.

Se Draghi scalda i cuori ciellini, lo stesso si può dire del ministro della giustizia Marta Cartabia, docente di Diritto costituzionale all’Università di Milano-Bicocca, nominata nel 2011 giudice costituzionale da Napolitano (che la conobbe proprio nell’estate 2011 in un dibattito pubblico al Meeting di Rimini) e divenuta la prima presidente donna della Consulta nel 2019. Cartabia è da sempre vicina al Movimento. È amica di Julian Carron (presidente CL) e partecipa alle assemblee dei responsabili del movimento. Ogni estate fa tappa al Meeting di Rimini, dove la scorsa estate si è intrattenuta anche con Draghi. Nel 2013 un episodio curioso: la Casa di Matriona (casa editrice dell’associazione Russia Cristiana) e Itaca edizioni (casa editrice espressione di CL) avevano chiesto allo storico Gabriele Nissim di introdurre una riedizione del volume di Václav Havel Il potere dei senza potere. La prefazione non piacque all’editore, perché esprimeva critiche sulla condotta di Pio XII nei confronti degli ebrei. E il contributo di Nissim venne sostituito da quello di Cartabia (v. Adista Notizie n. 16/13). In anni recenti ha espresso posizioni fortemente contrarie a riconoscere come “famiglie” le unioni tra presone dello stesso sesso. Ciellina è anche Maria Cristina Messa, nuova ministra dell’Università ed ex rettrice della Bicocca di Milano (ateneo roccaforte di Cielle), che fu eletta nel 2013 proprio grazie – si disse – al sostegno del movimento fondato da Giussani. Ci sono inoltre diversi nuovi ministri che sono stati applauditi ospiti del Meeting di CL, a cominciare da Giancarlo Giorgetti, ministro per lo Sviluppo economico, passando per Enrico Giovannini, alle Infrastrutture, senza dimenticare Maria Stella Gelmini (Affari generali e Autonomie) e Mara Carfagna (Sud e coesione). Gode di ottima stampa ciellina anche il neo ministro dell’Istruzione Bianchi, che nei mesi scorsi fu nominato dal suo predecessore a viale Trastevere, Lucia Azzolina, a capo di quella task force che avrebbe dovuto fornire un piano per la gestione e la ripresa della scuola. Di quel documento Azzolina non fece poi nulla, ma conteneva – tra l’altro – riferimenti all’idea di autonomia e all’indispensabile collaborazione tra scuola statale e scuola paritaria (la “sussidiarietà”), tradizionali cavalli di battaglia di Cielle. 

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