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Incredibile ma vero: il ponte sullo Stretto torna a fare paura

Incredibile ma vero: il ponte sullo Stretto torna a fare paura

Davvero rischia di avverarsi la profezia di Silvio Berlusconi, convinto anni addietro che «il ponte sullo Stretto si farà»? Il dossier che da oltre dieci anni sembrava definitivamente sepolto, viene dissotterrato dal dibattito politico attuale sui fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), sotto la pressione della Lega di Matteo Salvini, di altri partiti come Italia Viva e Forza Italia e di società interessate, come la Webuild, nata nel 2014 dalla fusione di Impregilo e Salini che, dopo la realizzazione del nuovo Polcevera a Genova, si è candidata (di nuovo) per la realizzazione del ponte di 3mila metri tra Calabria e Sicilia.

Fondo Ambiente Italiano (Fai), Greenpeace Italia, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia, Touring Club Italiano (Tci), Transport & Environment (T&E) e WWF Italia hanno chiesto al governo di resistere alle pressioni politiche e lobbistiche, rifiutando di inserire il rilancio del progetto nell’ambito del Pnrr, con una lettera indirizzata oggi (31/3) al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini, al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.

Secondo le associazioni fa bene il ministro Giovannini a valutare tutte le opzioni per un più agevole attraversamento dello Stretto, cosa che, dicono, «fa escludere che la proposta possa essere inserita tra i progetti del PNRR che devono essere definiti entro il prossimo aprile».

I firmatari ricordano poi che i problemi irrisolti nel 2010 restano tutti in piedi: rischio sismico e idrogeologico, preventivi a ribasso, bilanci sicuramente in perdita con il ponte a regime, necessità di pedaggi altissimi, 6.800.000 metri cubi di scavi con un impatto devastante sull’ecosistema della zona, «una delle aree a più alta biodiversità del Mediterraneo, dove sono localizzati ben 12 siti delle Rete Natura 2000, tutelati dall’Europa ai sensi delle Direttive Habitat e Uccelli».

Le associazioni chiedono, come dieci anni fa, un confronto sulle reali necessità delle Regioni coinvolte, in termini di mobilità, sicurezza, infrastrutture e servizi. E concludono ricordando che l’Italia è la maggiore beneficiaria dei fondi previsti da Next Generation Eu, e che quindi ha il dovere di «presentare progetti credibili e cantierabili, respingendo ogni forzatura per proposte come quella del ponte sullo Stretto di Messina, non sufficientemente motivate, che non passerebbero il vaglio dell’Europa».

«Non chiamatela transizione ecologica»: il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, e della parlamentare di FacciamoECO-Verdi, Rossella Muroni, prendono di mira la relazione della Commissione Bilancio sulla proposta del Pnrr che, dicono, «non affronta con determinazione e coerenza le emergenze ambientali che affliggono l’Italia». E, nonostante le storiche falle sul fronte del trasporto pubblico, prevede la possibilità di realizzare il ponte sullo Stretto, «una scelta inaccettabile che serve solo a soddisfare le manie di grandezza di qualche partito e che rinuncia ad affrontare i veri bisogni e le urgenze del nostro Paese».

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