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Da abitanti a cittadini corresponsabili: la “Settimana Civica” delle scuole italiane

Da abitanti a cittadini corresponsabili: la “Settimana Civica” delle scuole italiane

Una “Settimana Civica” dedicata alla memoria di Luca Attanasio – l’ambasciatore italiano in Congo ucciso in un agguato dai contorni ancora poco chiari insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo – vedrà coinvolte oltre 100 scuole e università in tutta Italia, dal 19 al 25 aprile, con uno sguardo al 160° anniversario dell’Unità d’Italia e al 75° anniversario della Repubblica Italiana.

Accomunate dal motto di papa Francesco, “Noi come cittadini. Noi come popolo”, saranno centinaia le iniziative volte a «valorizzare le prime esperienze di Educazione Civica realizzate nell’anno scolastico in corso e promuovere la cultura civica della cura, dei diritti e delle responsabilità».

Promotori

La “Settimana Civica” è promossa da Rete Nazionale delle Scuole per la Pace, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Liceo “Attilio Bertolucci” di Parma, Scuola di Alta Formazione “Educare all’Incontro e alla Solidarietà” della LUMSA di Roma, Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” e Cattedra Unesco “Diritti Umani, Democrazia e Pace” dell’Università di Padova e la Tavola della Pace, in collaborazione con la Rete delle Università per la pace promossa dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.

Educazione civica

Dopo la raccolta firme dell’Anci, nel 2019 il Parlamento ha introdotto nelle scuole la materia “Educazione Civica” al fine di «formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità, nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri». Questa “Settimana Civica” celebra il primo anno di insegnamento di Educazione Civica nelle scuole, la quale, spiegano i promotori, «deve aiutarci a trasformarci da abitanti a cittadini appartenenti ad un popolo con valori, diritti e responsabilità. La tendenza all’individualismo e alla competizione ci ha fatto perdere di vista la realtà delle cose: non siamo individui isolati ma parte di una comunità che riconosce i nostri diritti fondamentali e richiede anche un forte senso di responsabilità personale e collettiva».

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