Nessun articolo nel carrello

Crisi climatica e sociale: politiche inefficaci. Una Campagna cita in giudizio lo Stato italiano

Crisi climatica e sociale: politiche inefficaci. Una Campagna cita in giudizio lo Stato italiano

ROMA-ADISTA. «Cittadine e cittadini, studenti, scienziati, avvocati, attivisti e volontari di associazioni ecologiste, comitati territoriali, centri di ricerca e media indipendenti»; «uomini e donne che portano avanti ogni giorno piccole e grandi battaglie per l’ambiente e per il clima e siamo convinti che ci resti troppo poco tempo per salvarci e per salvare il Pianeta». Così si presenta il cartello di circa 200 realtà locali italiane, laiche e cattoliche (qui la lista completa), afferente alla campagna di sensibilizzazione ambientale “Giudizio universale, invertiamo il processo”, convinto che l’ingiustizia climatica si traduca sempre più in ingiustizia sociale, e altrettanto convinto che «il nostro Paese non stia facendo abbastanza per tutelarci».

All’iniziativa, promossa dalla onlus italiana “A Sud”, è possibile aderire scrivendo a info@giudiziouniversale.eu.

Obiettivo della campagna è citare in giudizio lo Stato italiano, accusato di aver messo in campo politiche inadeguate per la salvaguardia dell’ambiente, per chiedere formalmente azioni concrete e repentine al fine di contrastare la crisi climatica. La presentazione della causa legale avverrà sabato 5 giugno (Giornata mondiale dell’Ambiente) con un evento riservato alla stampa in piazza Montecitorio.

«L’emergenza climatica desertifica i nostri suoli, brucia i nostri boschi, divora le nostre coste, rovina i nostri raccolti, rende più difficile la vita nelle nostre città, trasforma i nostri fiumi e le nostre montagne in colate di fango», si legge nell’invito alla presentazione. «L’Italia è tristemente in cima alla classifica dei Paesi che hanno registrato più vittime climatiche: eppure, di fronte ad un quadro così allarmante, lo Stato italiano ha fatto ben poco per invertire la rotta».

Il “contenzioso climatico” promosso dalla rete di associazioni italiane, rappresenta un’esperienza inedita nel nostro Paese, «un giudizio mai intentato prima in Italia» – si legge nella “strategia legale” pubblicata sul sito della campagna – «tramite cui chiamare in causa lo Stato per inadempienza rispetto alle politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici con conseguente violazione di alcuni diritti fondamentali». Si inserisce nel solco delle climate litigation già condotte in Europa e Stati Uniti, come per esempio il contenzioso che ha portato la Corte di Appello dell’Aja a condannare «lo Stato olandese a tagliare le emissioni al fine di perseguire una politica climatica più efficace».

«Formalmente – spiega il sito – la causa sarà promossa da associazioni e comitati, cittadini e genitori in rappresentanza dei figli e delle generazioni future. I ricorrenti, sostanzialmente, opereranno nella veste di “difensori dei diritti umani” e saranno assistiti da un team legale composto da avvocati e docenti universitari». «Le acquisizioni scientifiche condivise, proprio perché non controverse, vincolano gli Stati e costituiscono un parametro di verifica della loro condotta, sia a livello internazionale che nazionale. Pertanto – si legge ancora nella “strategia legale” – se lo Stato si discosta da tempi, limiti e modalità stabiliti a livello internazionale e suffragati dalla scienza condivisa, deve dimostrare di agire sulla base di proprie evidenze scientificamente accessibili e verificabili, in grado di rassicurare i cittadini sul buon esito delle sue decisioni».

Una strategia legale mirata e ben fondata – non solo dunque un gesto dal sicuro impatto mediatico e dal forte valore simbolico – che «mira ad ottenere un modo nuovo di agire dello Stato, più attento ai diritti umani dei cittadini verso l’ambiente, il clima e le generazioni future, in ottemperanza alle obbligazioni che lo Stato ha in tal senso per effetto della Costituzione, degli accordi internazionali e delle norme di rango nazionale».

Leggi l'appello

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.