Donne cattoliche austriache: siamo pronte per il Sinodo
VIENNA-ADISTA. Le donne cattoliche austriache sono pronte a partecipare, con il loro contributo di lotta per la parità di diritti e la loro competenza in fatto di formazione dell'opinione e di metodi di voto, al processo sinodale in vista del Sinodo dei vescovi convocato da papa Francesco per l'autunno 2023 a Roma, ma discusso dall'autunno 2021 prima a livello diocesano e poi a livello continentale, sul tema "Una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione". Lo ha scritto Angelika Ritter-Grepl, presidente del movimento femminile cattolico in Austria (KFB), già a capo del dipartimento femminile della diocesi di Innsbruck, in un articolo su Der Sonntag, supplemento di Meine Kirchen Zeitung (10/6). Di seguito il testo in una nostra traduzione.
Realizzare il Sinodo dei Vescovi programmato da Papa Francesco a Roma come un processo biennale con tutti i membri della Chiesa è un grande segno di speranza per il futuro della Chiesa cattolica.
Un processo ha un esito aperto, può svilupparsi molto in due anni. Auspico una cultura consapevole dell'ascolto reciproco in modo che la diversità delle persone e delle situazioni di vita possa essere facilmente integrata. C'è un'opportunità di contribuire allo sviluppo della Chiesa da molti punti di vista. Tutti hanno lo stesso valore, indipendentemente dal fatto che siano vescovi, sacerdoti, laici - donne, uomini, bambini, giovani...
Tale procedura è unica al mondo, vorrei qualcosa di simile per la politica mondiale. Ciò che noi come Chiesa cattolica intendiamo fare insieme è più grande di qualsiasi processo democratico. La sinodalità non va equiparata alla democrazia, perché in un sinodo non solo le persone sono i partecipanti. È un processo comune tra noi e Dio. Sono necessari metodi appropriati affinché questa comunicazione abbia successo.
Il principio di rappresentanza e il principio di maggioranza in democrazia sono aspetti importanti della complessa struttura della democrazia, ma non sufficienti per un sinodo. Le decisioni a maggioranza stretta sono problematiche per i "perdenti".
Le donne hanno una lunga e dolorosa storia di pari partecipazione. Portiamo con noi queste esperienze nella lotta per l'uguaglianza e le rendiamo disponibili affinché il processo sinodale abbia più successo.
Inoltre, nei nostri contesti, nel movimento delle donne cattoliche, nelle commissioni femminili , adottiamo processi di formazione dell'opinione e metodi di voto che consentono e tengono conto di posizioni controverse in modo che non vi siano perdenti. Possiamo contribuire a questo quando si tratta di progettare e sperimentare la sinodalità.
Alla fine, nell'assemblea sinodale dei vescovi occorrono donne con diritto di voto. Siamo pronte.
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