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E chi ha mai parlato di sacerdozio femminile!? Il nuovo vescovo irlandese fa retromarcia

E chi ha mai parlato di sacerdozio femminile!? Il nuovo vescovo irlandese fa retromarcia

Tratto da: Adista Notizie n° 25 del 03/07/2021

40721 FERNS-ADISTA. A pochi giorni dalla sua nomina, ha già fatto parlare di sé il nuovo vescovo della diocesi di Ferns, nel sud-est d'Irlanda, mons. Ger Nash, con le sue dichiarazioni di favore al sacerdozio femminile. In un'intervista al giornale locale, The Clare Champion (18/6), l'ex sacerdote di Tulla ed ex segretario della diocesi di Killaloe aveva infatti affermato chiaro e tondo che il ministero ordinato nella Chiesa dovrebbe essere aperto a tutti i battezzati: «Quando accadrà non lo so. Io sono favorevole. La maggior parte dei vescovi irlandesi si sta sforzando di rendere il ministero inclusivo, come dovrebbe essere. Penso che l'idea che il ministero e il governo della Chiesa siano interamente maschili sia completamente sbagliata. Sosterrò il cambiamento. Dobbiamo andare avanti». «Limitare il ministero ai sacerdoti – aveva aggiunto – significa non riconoscere che tante persone svolgono un ministero nella loro vita quotidiana».

Le sue affermazioni non sono passate inosservate, ovviamente. E hanno fatto saltare sulla sedia qualcuno. Tant’è che qualche giorno dopo (24/6), sull'Irish Catholic, giornale caro alla gerarchia ecclesiastica irlandese, Ger Nash ha fatto una drastica retromarcia: «Alla domanda se appoggiasse le richieste di ordinare le donne al sacerdozio – si legge sul quotidiano cattolico –, il vescovo risponde di no, aggiungendo che “l'ordinazione delle donne è una decisione che riguarda tutta la Chiesa”. “È completamente al di fuori della mia area di competenza”. “Suppongo che ciò a cui mi stavo riferendo fosse il lavoro che ho svolto negli ultimi anni per sostenere le donne nel ministero, cioè lo sforzo di pensare ruoli per uomini e donne, di sviluppare uno spazio per le donne per il ministero all'interno della Chiesa. L'ordinazione è una questione diversa che non è nella nostra Chiesa e lo accetto pienamente"».

E ancora: «Padre Nash è d'accordo con le dichiarazioni fatte da papa Giovanni Paolo II e da papa Francesco secondo cui la Chiesa non ha l'autorità di ordinare le donne come sacerdoti. Ha poi evidenziato lo studio “interessante” che papa Francesco ha commissionato sulla possibilità di ordinare le donne al diaconato».

Perché questa subitanea marcia indietro? Se lo chiede il sacerdote redentorista e saggista irlandese Tony Flannery, cofondatore dell’Association of Catholic Priests, che nel 2012 fu punito dal Vaticano proprio per aver difeso il sacerdozio femminile. «Ho l'impressione che Ger creda a quello che ha detto nella prima intervista – scrive sul suo sito www.tonyflannery.com (24/6) – e cioè che il ministero dovrebbe essere aperto a tutti. Chiunque abbia lavorato con i laici, e in particolare con le donne, farebbe fatica a non accettarlo ». Pertanto è lecito chiedersi «se qualcuno se l'è presa con lui, forse qualcuno dotato di autorità?»; «Può essere che a Ger sia stato ordinato (forse fortemente consigliato) di fare una dichiarazione, cosa dire e dove pubblicarlo?». Se è ciò che è successo, «Ger d'ora in poi si guarderà alle spalle ogni volta che gli verrà messo un microfono davanti. Spero che questo recente incontro con i media non gli impedirà di parlare con forza a favore dell'uguaglianza di tutti i battezzati e di tutte le implicazioni che ne discendono».

Nash fa intendere, sull'Irish Catholic, di essersi lasciato prendere dall'entusiasmo per le sue passate innovative esperienze pastorali: «Una delle cose che mi hanno davvero entusiasmato nella nostra stessa diocesi è la possibilità di formare le persone per tutta quell'area di ministero che non è sacramentale. Questo era l'obiettivo principale della mia intervista con The Clare Champion, era quello che speravo di trasmettere. Non è stato il giornalista, è stata colpa mia per non essere stato chiaro come goveravrei dovuto essere su questo», dice.

Negli ultimi tre anni, infatti, nella diocesi di Killaloe, Nash ha svolto un ruolo chiave nella formazione di 25 persone (12 catechisti e 13 impegnati nella pastorale), tra cui 20 donne.

È il disegno di una nuova figura pastorale, la prima nel suo genere nel Paese – già “copiata” dalla diocesi di Limerick –, che comprende catechisti e operatori pastorali: se le 20 donne e i 5 uomini non celebreranno la messa, lavoreranno però accanto ai sacerdoti, coinvolti nei programmi sacramentali delle parrocchie e di catechesi degli adulti, aiutando le famiglie nel momento del lutto, visitando ospedali e case di cura; «Si rivolgeranno alle famiglie che non sono formalmente legate alla Chiesa ma vogliono tornare in chiesa durante i momenti chiave della vita».

Forse Ger Nash è stato scelto da Francesco proprio per le sue sperimentazioni pastorali: quando il nunzio apostolico gli ha comunicato la nomina episcopale, racconta, gli ha detto che Francesco vorrebbe replicare anche altrove questo lavoro nella pianificazione pastorale. Purché, aggiungiamo noi, non si parli di sacerdozio femminile. 

Foto [ritagliata del 2009] di Andreas F. Borchert tratta da wikimedia commons, licenza Creative Commons

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