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11 settembre 2001-2021: un po’ di sano realismo contro la guerra

11 settembre 2001-2021: un po’ di sano realismo contro la guerra

La risposta statunitense e occidentale all’attentato alle Torri gemelle, l’11 settembre 2001, fu la guerra, e mai scelta fu «più sbagliata». In vista dell’anniversario di dopodomani, Flavio Lotti (Tavola della pace) e Marco Mascia (Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova) – tra i promotori della Marcia #perugiassisi della pace e della fratellanza – ribadiscono con forza, oggi come allora, che «la guerra non era la risposta. Non si doveva fare. C’era un altro modo per reagire. Si sarebbero evitate migliaia di altre stragi, altri 241.000 morti, altre centinaia di migliaia di feriti, la diffusione del terrorismo nel mondo… una impressionante, incommensurabile scia di sangue e sofferenze di gente innocente».

Sono stati «ignorati, zittiti, censurati, attaccati» nei mesi dopo l’attentato – quando tutti eravamo chiamati a solidarizzare con gli americani – ma anche per tutti i 20 anni successivi, quando i risultati di quella nefasta decisione cominciavano ad essere evidenti, fino al drammatico attuale epilogo della “liberazione” afghana. Ieri come oggi, le voci che invocano la pace e che denunciano il dramma delle guerre «non devono circolare. Certe verità non si devono dire»; «la sola realtà che conoscono è quella che inseguono e che ci sta portando al disastro».

Media, associazioni e gli stessi parenti delle vittime, che nel 2001 avevano deciso di non sostenere la guerra respingendo «la logica della vendetta», sono stati considerati «traditori». Ma non si sono arresi e oggi continuano a rilanciare la ricetta che fu dei padri fondatori delle Nazioni Unite: diplomazia, giustizia penale internazionale e legalità. «Per venti anni l’abbiamo costantemente riproposta, cogliendo ogni opportunità e segno dei tempi. Oggi continuiamo a farlo, nella consapevolezza che è la sola alternativa alla barbarie, alla legge della giungla, alla deflagrazione totale». In un pianeta al collasso per sovrappopolazione, crisi climatica, sanitaria e sociale, l’unica scelta sensata è abbandonare «la via della guerra infinita» e «restituire spazio e dignità alla politica e alla democrazia. Riprendere la via dell’Onu, della legalità internazionale, del dialogo politico, del diritto dei diritti umani e impegnarci tutti assieme a sciogliere, uno dopo l’altro, tutti i nodi che ci stanno rendendo la vita impossibile. Prendendoci cura gli uni degli altri e dell’ambiente. Non è necessario essere pacifisti. Basta essere realisti».

In chiusura Lotti e Mascia invitano a partecipare, domenica 10 ottobre, alla Marcia #perugiassisi, per unire le voci «contro la cultura e la politica della guerra, dell’individualismo e dell’indifferenza»

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