Germania, è una donna la nuova presidente Caritas
BERLINO-ADISTA. Si chiama Eva Maria Welskop-Deffaa, ha 62 anni ed è un'economista la prima presidente donna della Caritas tedesca eletta il 13 ottobre dall'assemblea dei delegati, che succede a Peter Neher, alla guida dell'associazione per 18 anni.
Welskop-Deffaa - che ha lavorato nel direttivo della Caritas tedesca dal 2017 e in precedenza nel consiglio di amministrazione del sindacato dei Verdi nel dipartimento per l'uguaglianza di genere presso il Ministero federale per la famiglia nonché per il Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK) - ha indicato, tra le priorità, il rafforzamento dello Stato sociale, una progettazione socialmente equa della politica climatica, la digitalizzazione a tutti i livelli dell'associazione.
La scelta ha suscitato nella Chiesa tedesca reazioni estremamente positive. Il presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), mons. Georg Bätzing, le ha augurato successo nel suo «compito di responsabilità»; si tratta di un «segno forte e importante» per la presidente federale della Comunità femminile cattolica in Germania (Kfd), Mechthild Heil; di un «segnale chiaro per una maggiore parità di genere nella Chiesa» per la presidente dell'Associazione delle donne cattoliche tedesche (Ksfb), Maria Flachsbarth, soprattutto considerando che all'interno della Caritas la maggior parte del lavoro è svolto da donne.
«È la donna giusta per questo lavoro. Come economista con molti anni di esperienza nel consiglio della Caritas, darà un grande contributo», ha sottolineato il presidente del Comitatop centrale dei cattolici tedeschi (ZdK) Thomas Sternberg.
Con circa 690.000 dipendenti a tempo pieno - l'80% dei quali donne - la Caritas è il più grande datore di lavoro privato in Germania. L'associazione è impegnata in tutti i settori della salute, dei giovani e del benessere sociale, con più di 24.000 strutture a livello nazionale, come asili nido, case di cura per anziani, servizi di assistenza ambulatoriale o centri di consulenza. La Caritas è finanziata con fondi pubblici, contributi e donazioni, nonché attraverso contributi ecclesiastici.
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