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"Oltre l'ostacolo": il Rapporto 2021 di Caritas Italiana su nuove e vecchie povertà

A 25 anni dalla prima edizione del 1996, Caritas Italiana annuncia la pubblicazione del ventesimo rapporto annuale, quest’anno dal titolo Oltre l’ostacolo. Rapporto 2021 su povertà ed esclusione sociale in Italia (testo integrale disponibile online a questo link). Nell’introduzione, curata dal direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu, si sottolinea che la pubblicazione rappresenta «un’opera che nel corso degli anni» «ha segnato in modo autorevole il dibattito sulla povertà nel nostro Paese», dimostrandosi uno strumento imprescidibile, anche per il mondo laico e per le politiche sociali, al fine di ottenere una rappresentazione completa delle sacche di emarginazione diffuse in Italia.

Questa ventesima edizione del Rapporto arriva in una fase storica estremamente delicata per il Paese, «ancora alle prese con la persistenza di un’emergenza sanitaria che ha colpito duramente il tessuto sociale ed economico, evidenziando tuttavia grandi esempi di risposta e resilienza, da parte di tanti attori, pubblici e privati». Molte parrocchie e strutture della Chiesa, in particolare le Caristas locali, hanno saputo «farsi carico delle situazioni di marginalità e vulnerabilità affiorate nel corso della pandemia da Covid-19. Tale capacità si è andata a incrociare con le risposte istituzionali offerte a livello nazionale ed europeo, dando luogo ad una serie di triangolazioni positive, che hanno evidenziato una grande capacità di lavorare in rete, assumendo responsabilità diverse ma condivise».

Don Soddu individua 4 fasi nel percorso del superamento dell'ostacolo, l’immagine evocativa adottata, anche nel titolo, dal Rapporto 2021: primo, la decisione di assumere un impegno e una responsabilità per superare l’ostacolo, e «dare gambe alla speranza»; secondo, la comprensione della «dimensione» dell’ostacolo, raccogliendo e confrontando una grande mole di dati e informazioni provenienti dalle 218 Caritas diocesane ma anche da fonti pubbliche; terzo e più difficile, «prendere la rincorsa e cercare di spingersi oltre l’ostacolo», mettendo in campo risorse adeguate, strumenti specifici, personale qualificato e competente; quarto e ultimo passaggio, «spesso sottovalutato» e trascurato, è l’esito di ogni forma di aiuto sociale che, oltre l’emergenza, «dovrebbe essere quello dell’autonomia, da conservare e preservare nel medio-lungo periodo», soprattutto attraverso il lavoro. Cosa non sempre facile, soprattutto di fronte a persone in difficoltà ma «non occupabili», perché magari anziane, malate o inabili al lavoro, portatrici di disagio mentale o di forme di dipendenza, ecc. «Per questo tipo di persone la possibilità di fruire di un sostegno economico, come è il caso del Reddito di Cittadinanza, rappresenta sicuramente un’opportunità importante, che non può tuttavia sostituire l’attivazione di percorsi di promozione umana e accompagnamento personalizzato», scrive Soddu. «Il rilancio del Paese, che vede mobilitate importanti risorse economiche e finanziarie di fonte italiana e europea, non può lasciare indietro queste situazioni, questi “ultimi della fila”, come li definì a suo tempo Mons. Nervo, che da sempre occupano un luogo privilegiato nel cuore della Chiesa».

Nel corso del 2020 la rete delle Caritas locali – che conta su 6.780 servizi a livello locale e parrocchiale, più di 93mila volontari, 1.300 religiosi e 833 giovani impegnati nel servizio civile – ha dato aiuto a oltre 1,9 milioni di persone. Afferma Caritas Italiana nel comunicato che accompagna la pubblicazione del Rapporto che il 44% degli assistiti «sono “nuovi poveri”, persone che si sono rivolte al circuito Caritas» proprio a causa della pandemia.

Al di là degli effetti nefasti cella crisi sanitaria, Caritas Italiana sottolinea anche l’acuirsi della quota delle povertà che definisce «croniche», seguìta cioè dalla rete per 5 anni e più, «che dal 2019 al 2020 passa dal 25,6% al 27,5%». Sono povertà legate per lo più ad una forte «vulnerabilità culturale e sociale», e si accompagnano spesso anche a crescenti sacche di povertà e marginalità giovanile e infantile.

Oltre a fornire dati e informazioni necesari a conoscere il fenomeno, il Rapporto offre preziosi suggerimenti alle politiche nazionali di contrasto alla povertà, concentrandosi in particolare sul Reddito di Cittadinanza, «che ha complessivamente supportato 3,7 milioni di persone nel corso del 2020 a livello nazionale, ha interessato uno su cinque fra coloro che si sono rivolti ai centri e servizi Caritas nel 2020 e più della metà (55%) dei beneficiari di una indagine longitudinale sui beneficiari Caritas monitorati dal 2019 (pre-pandemia) al 2021». Si tratta di suggerimenti correttivi alla misura, interventi insieme restrittivi ed espansivi, contenuti nell’Agenda Caritas per il riordino del RdC – resa nota il 16 luglio nell’ambito della presentazione del 6° Rapporto sulle Politiche contro la povertà – «che prevede un pacchetto complessivo di interventi con un mix di ampliamento e riduzione dei criteri di accesso e che ponga attenzione al processo di miglioramento/rafforzamento di servizi e azioni per l’inserimento lavorativo e per l’inclusione sociale, al fine di intercettare al meglio la povertà assoluta».

Scarica il rapporto dal sito di Caritas Italiana

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