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DDL Concorrenza: ideologia neoliberista e aggressione ai referendum

DDL Concorrenza: ideologia neoliberista e aggressione ai referendum

In un comunicato stampa diramato ieri, il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua punta il dito contro il Ddl Concorrenza, approvato dal Consiglio dei Ministri giovedì scorso, accusandolo di voler «chiudere il cerchio sul definitivo affidamento al mercato dei servizi pubblici essenziali».

Ricorda il Forum che già il 5 agosto 2011 Mario Draghi, allora governatore di Banca d’Italia, scrisse – insieme al Presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet – una lettera all’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, segnalando come «necessarie e ineludibili "privatizzazioni su larga scala" in particolare della "fornitura di servizi pubblici locali"».

La lettera di Draghi e Trichet, arrivata a poco più di un mese dalla storica votazione ai referendum su acqua, servizi pubblici e nucleare, è stata accolta dalla società civile come «uno schiaffo ai 26 milioni di italian? che poco più di un mese prima avevano votato ai referendum indicando una strada diametralmente opposta, ossia lo stop alle privatizzazioni e alla mercificazione dell’acqua». A dieci anni di distanza, con il Ddl Concorrenza, Draghi, oggi «premier con pieni poteri, ripropone in maniera esplicita e chiara quella stessa ricetta».

La misura votata dal CdM – denuncia il Forum – è ispirata «da un’evidente ideologia neoliberista in cui la supremazia del mercato diviene dogma inconfutabile nonostante la realtà dei fatti dimostri il fallimento della gestione privatistica, soprattutto nel servizio idrico: aumento delle tariffe, investimenti insufficienti, aumento delle perdite delle reti, aumento dei consumi e dei prelievi, carenza di depurazione, diminuzione dell’occupazione, diminuzione della qualità del servizio, mancanza di democrazia».

Il provvedimento punta chiaramente a rendere la privatizzazione dominante mentre i Comuni dovranno «giustificare» il ricorso ad altre forme di gestione dei servizi (come la gestione totalmente pubblica o l’in house providing), sottoponendo tale decisione «al giudizio dell’Antitrust» e fornendo report puntuali dei costi. Ai privati spetterebbe invece «solo l’onere di produrre una relazione sulla qualità del servizio e sugli investimenti effettuati».

Non solo, accusa ancora il Forum: la misura del governo prevede «incentivi per favorire le aggregazioni indicando così chiaramente che il modello prescelto è quello delle grandi società multiservizi quotate in Borsa che diventeranno i soggetti monopolisti (alla faccia della concorrenza!) praticamente a tempo indefinito».

Con questo Ddl, denuncia il Forum che chiama alla mobilitazione, Draghi dimostra ancora una volta «di fare solo gli interessi delle grandi lobby finanziarie», «svilendo strumenti di democrazia diretta garantiti dalla Costituzione».

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