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Vescovo brasiliano a processo. Denunciato da preti e fedeli per abusi su un minore

Vescovo brasiliano a processo. Denunciato da preti e fedeli per abusi su un minore

Tratto da: Adista Notizie n° 6 del 19/02/2022

40972 FREDERICO WESTPHALEN-ADISTA. Accusato di abuso sessuale su minore, il vescovo di Frederico Westphalen, mons. Antonio Carlos Rossi Keller, sarà infine sottoposto a processo, su iniziativa della Corte di giustizia del Rio Grande do Sul (lo Stato brasiliano in cui ricade il territorio della sua diocesi), i cui tre giudici della 7a Sezione penale, il 3 febbraio, hanno votato unanimemente per la sua incriminazione. Una vicenda giudiziaria aperta da tempo: in primo grado, il ricorso – presentato su denuncia, è bene dirlo subito, di 7 sacerdoti e cinque laici della diocesi di Keller – non era stato accolto dal giudice di Frederico Westphalen, secondo il quale i fatti lì descritti non rientravano nelle tipologie penali indicate dal Pubblico Ministero all'epoca dei fatti, nel 2008. Tale decisione era stata impugnata nell’agosto 2020 dal Pubblico Ministero, che aveva aperto un’indagine e deferito il caso (giugno scorso) alla Corte di giustizia del Rio Grande do Sul, che ora si è espressa. Vittima, finora presunta, dello stupro ad opera del vescovo – tra l'agosto 2008 e il febbraio 2010, quando aveva tra i 13 e i 15 anni – un ex chierichetto, Lucas Faligurski, che si è subito dichiarato «sollevato» dalla sentenza della Corte perché infine «il vescovo sarà indagato, processato e condannato per il crimine che ha commesso».

La diocesi di Frederico Westphalen, in una nota, ha ricordato alla comunità che la denuncia in corso di elaborazione contro il vescovo Antonio Rossi Keller in primo grado è stata respinta e che evidentemente il secondo grado sta a significare che «la Corte di giustizia ha compreso che la denuncia, nonostante i suoi vizi, ha i requisiti minimi per la ricezione. La decisione può essere impugnata, cosa che sarà fatta a tempo debito», ha promesso la nota diocesana. I fatti sono assurdi e falsi, ha reagito il vescovo: «In questa materia – è stata l’accusa che ha affidato ai social – ci sono interessi finanziari, politici, religiosi e ideologici. Persone che non accettano la mia visione di difendere una chiesa apartitica e autenticamente cattolica». Nega questa interpretazione l'avvocato dell’ex chierichetto, Evans Melo: «non vi è alcun interesse politico o finanziario da parte della vittima nel caso. È una vittima, questo è il fatto», ha detto.

Per comprendere la «visione» di mons. Keller, è bene leggere alcuni stralci di sue Note pastorali, riportati come «importanti e tempestive» da Vatican News in lingua portoghese il 27 gennaio 2022 (l’articolo, intitolato “Un magistero al servizio del Brasile”, termina con la seguente affermazione: «Ecco un po' dell'autentico insegnamento di Dom Keller al servizio del vero Brasile»):

Il 13.06.2012 dom Keller in merito all'interruzione volontaria della gravidanza ha scritto: «Oggi, nella nostra Patria, si compie un vero e proprio attentato, che mira ad ottenere, in difetto della normativa vigente e della stragrande maggioranza del popolo brasiliano, la pura e semplice liberalizzazione dell'aborto. Il nostro Paese è da anni il bersaglio di questi attentati, poiché ci sono molti soldi investiti da organizzazioni straniere per ottenere, per ragioni ideologiche e geopolitiche, la pura e semplice liberalizzazione dell'aborto in Brasile e in altri Paesi dell'America Latina».

Il 26/03/2014 l'arcivescovo Keller ha messo in guardia sull'ideologia di genere: «Nella visione ideologica del genere, ognuno può e deve “inventarsi”. Nell'ambito di questa visione ideologica, si aprono le porte alle possibili “opzioni sessuali” già note, così come a qualsiasi altro tipo di opzione, come la zoofilia, la pedofilia e qualunque cosa si voglia creare. Basta che qualcuno determini da sé il tipo e le modalità della sua opzione sessuale, e la Società in quanto tale deve non solo accettarla, ma anche promuoverla».

Infine, nella Nota pastorale del 22/09/21, si è espresso «in difesa dell'autentica libertà umana» (virgolettato della diocesi), concludendo con una sorta di profezia: «Chiunque, in qualunque ambito del potere, decidesse, in forza del proprio ufficio o titolo, di vilipendere la dignità umana nella sua libertà – che lede la coscienza morale degli uomini e delle donne così aggrediti –, sarebbe necessario, con autorità apostolica, ricordate le parole del salmista: «Ho detto: “Voi siete dèi, siete tutti figli dell'Altissimo. Eppure morirete come semplici uomini e, come qualsiasi principe, cadrete”. Alzati, o Signore, a giudicare la terra, perché tutte le nazioni sono tue” (Sal 82/81, 6-8)».

7 sacerdoti per una denuncia

L'accusa contro Keller è partita con una lettera scritta nel 2017 da sette sacerdoti e cinque fedeli, in cui accusavano il vescovo Keller di aver abusato di ragazzi minorenni legati alla Chiesa. «Forti indizi di omessualismo e coinvolgimento con minori all’interno del clero e del clero con i seminaristi», recita il testo. Non potendosi appellare al vescovo, hanno inviato la lettera all'arcivescovo della vicina città di Passo Fundo, al nunzio apostolico e al Pubblico Ministero dello Stato del Rio Grande do Sul.

Nel testo – tutte le informazioni che seguono sono di Oliveira Junior che afferma di aver «avuto accesso esclusivo alle indagini e al processo» e apparse su Santiago News (20/12/21) – i firmatari lamentano anche il calo della partecipazione alle messe, l'abuso di potere del vescovo su altri sacerdoti, la mancanza di trasparenza nell'uso del denaro raccolto e l’«intenso avvicinamento alla sequela radicale dell'Opus Dei».

Almeno due sacerdoti che hanno firmato il documento sono stati estromessi dalla chiesa, impediti di celebrare messe e privati dei benefici previsti, come il contributo alla previdenza sociale, al sistema sanitario e alla “congrua”. Quattro anni dopo la denuncia, i firmatari non hanno avuto risposta dal nunzio. Inascoltati nella Chiesa, i firmatari si sono rivolti di nuovo al Pubblico Ministero, nella persona di Gerson Luis Kirsch Daiello Moreira, che ha aperto un'indagine. Secondo questi, il vescovo ha approfittato della sua «autorità di vescovo» e della «fragilità affettivo-psicologica della vittima» per commettere gli abusi.

* Mons. Antonio Carlos Rossi Keller in una foto di Kennyel F. [ritagliata del 2015] tratta da wikimedia commons, Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license

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