
Siria, 11 anni di guerra: insicurezza alimentare e cambiamenti climatici
Negli ultimi 10 anni, si legge in una nota di Azione Contro la Fame (ACF) diffusa nella vigilia dell’anniversario della guerra in Siria (15 marzo) è aumentata progressivamente l’insicurezza alimentare. Anche a causa dei cambiamenti climatici, colpevoli oggi della peggiore siccità degli ultimi 70 anni, tanto che 14,6 milioni di siriani dipendono dagli aiuti umanitari.
Secondo ACF – organizzazione umanitaria internazionale specializzata nella lotta contro le cause e le conseguenze della fame, presenta in Siria dal 2008 con progetti volti a ridurre la fame e i rischi per la salute tra le comunità più vulnerabili – «i beni necessari (acqua, cibo, carburante ed elettricità) sono fuori dalla portata delle famiglie, che spendono in media il 50% in più del loro reddito». Aumentano i costi per le famiglie e per gli agricoltori e, «secondo i rapporti delle Nazioni Unite, il conflitto in Ucraina potrebbe portare a una carenza di forniture di grano nella regione, con un impatto sui prezzi dei prodotti alimentari di base come il pane e la farina».
«Anche gli shock ambientali, come le scarse precipitazioni», avverte ACF, «generano insicurezza alimentare. Quest'anno, la Siria ha affrontato la peggiore siccità degli ultimi 70 anni; un evento che, di fatto, ha paralizzato i raccolti previsti. La produzione di grano nel 2021 è stimata in poco più di un milione di tonnellate, in calo rispetto ai 2,8 milioni di tonnellate del 2020 e solo un quarto della media precrisi di 4,1 milioni di tonnellate all'anno nel periodo 2002-2011».
Per la Siria l’organizzazione propone, dunque, «soluzioni a lungo termine per ridare speranza, dignità e autosufficienza alla popolazione», magari con piani di finanziamento pluriennale per consentire «agli attori umanitari di rispondere ai bisogni di emergenza e porre le basi per soluzioni sostenibili. Tali soluzioni devono includere il ripristino delle infrastrutture e la garanzia dell'accesso ai civili ai servizi di base come le reti idriche, le reti di irrigazione, l’istruzione e la sanità pubblica».
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