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Blocco delle ordinazioni a Toulon: il retroscena

Blocco delle ordinazioni a Toulon: il retroscena

TOULON-ADISTA. Continua a suscitare polemiche e riflessioni il blocco, da parte del Vaticano, delle ordinazioni diaconali e sacerdotali previste per il 26 giugno nella diocesi francese di Toulon (v. Adista Notizie n. 22/22). Un provvedimento molto raro, a cui hanno lavorato quattro dicasteri vaticani le cui cause risalgono nel tempo e si trovano nel comportamento troppo disinvolto del vescovo mons. Dominique Rey nell’accogliere con eccessivo entusiasmo e senza alcun discernimento nel seminario locale de la Castille candidati al sacerdozio spesso provenienti dall’estero, da comunità carismatiche o tradizionaliste, o addirittura rifiutati da altre diocesi o seminari. Un dinamismo missionario che, sottolinea il quotidiano la Croix (14/6), ha attinto soprattutto dai protestanti evangelici americani, dai neopentecostali, e che sfocia in un numero di ordinazioni decisamente superiore alla media francese; la diocesi di Toulon conta 300 sacerdoti residenti e una ventina di comunità.

Ed è probabilmente da leggere in questa chiave, cioè nella volontà di frenare la nascita incontrollata di comunità, spesso inizialmente molto “leggere” nella struttura, il “rescritto” vaticano reso noto il 15 giugno scorso, che sottrae al vescovo l’approvazione di tali comunità attribuendola al Vaticano: «Il vescovo diocesano, prima di erigere – mediante decreto – un’associazione pubblica di fedeli in vista di diventare Istituto di vita consacrata o Società di vita apostolica di diritto diocesano, deve ottenere la licenza scritta del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita apostolica». Un messaggio molto esplicito.

Mons. Rey guida la diocesi di Toulon (suffraganea di Marsiglia) da ben 22 anni; una diocesi caratterizzata da una forte presenza di comunità nuove, spesso non scevre da problematiche e debolezze. Non è da ora che Roma la tiene d’occhio. Nel 2021 la relazione di una visita compita dall’arcivescovo di Marsiglia, mons. Jean-Marc Aveline, ha fornito la base per il provvedimento preso da quattro cardinali: Marc Ouellet (dicastero per i vescovi), Kevin Farrell (laici), João Braz de Aviz (religiosi, che ha firmato il rescritto di cui sopra) e Lazarus You Heung-sik (clero). La preoccupazione di Roma è chiara: sono anni che in diocesi avvengono ordinazioni di seminaristi formati in altre diocesi e quindi fuori dal controllo del vescovo. Basta vedere i profili dei quattro candidati che ora sono stati bloccati: due francescani italiani, membri di una comunità tradizionalista sorta da pochissimo nel paesino di Figanières; un ex membro dell'istituto tradizionalista di Christ-Roi; un giovane latinoamericano molto popolare nella parrocchia di Saint-Cyr-sur-Mer, l’unico, peraltro, ad aver frequentato il seminario diocesano dopo aver iniziato a Ciudad del Este, nel Paraguay orientale, dove le ordinazioni sono state sospese nel 2014, per ordine di Roma: come riferisce La Croix, il vescovo locale, dell’Opus Dei, è stato destituito dal suo incarico per appropriazione indebita e insabbiamento di casi di pedocriminalità, e il seminario è stato chiuso. Oggi, almeno altri quattro ex seminaristi di questa diocesi sono incardinati a Tolone. «Ad ogni ordinazione nel Var - racconta un prete locale - vediamo arrivare candidati che non avevamo mai visto prima. Diventano preti senza che nessuno sappia davvero dove sono stati formati... se davvero lo sono stati».

 

Le comunità

Tra le comunità “incriminate” c’è la Fraternità Eucaristica, incentrata sull'adorazione del Santissimo Sacramento e dal 2008 sotto la responsabilità di mons. Rey che ne ha approvato lo status di “Famiglia ecclesiale diocesana di vita consacrata”. Oggi conta 40 membri in tre sedi in Francia e Svizzera. Ha subito nel 2021 una visita canonica condotta dal domenicano Gilbert Narcisse e dalla consacrata laica Mari Carmen Avila, di Regnum Christi (società di vita apostolica legata ai Legionari di Cristo). Nel rapporto, riferisce La Croix ha potuto consultare, si parla di «un sistema piramidale, abusivo, infantilizzante e che ha cancellato le persone nelle varie dimensioni del loro essere, in particolare la loro psicologia», e si punta il dito contro il fondatore, p. Nicolas Buttet, ma anche contro il vescovo, che non ha esercitato una vigilanza. «Alcuni sacerdoti (tutti ordinati da mons. Rey, ndr) avevano una formazione insufficiente per l'ordinazione o un discernimento poco approfondito; in un caso mancavano persino le condizioni per l’ordinazione». Un prete appartenente al Terzo Ordine della Fraternità (associazione di fedeli che si ispira alla regola e alla spiritualità della comunità), ordinato nel 2011 da mons. Rey nonostante le riserve dei vescovi della Svizzera, da cui proveniva, avrebbe praticato pseudo-esorcismi accompagnati da atti sessuali, secondo diverse fonti che avrebbero avuto accesso al fascicolo. Rimpatriato a Tolone, è stato oggetto di «misure cautelative» da parte del vescovo Rey, e il suo fascicolo è finito a Roma.

In almeno due situazioni, secondo La Croix, il vescovo di Tolone ha proceduto alle ordinazioni contro il parere dei suoi stretti collaboratori. «Se dici al vescovo che un seminarista è immaturo, non ne tiene conto», spiega una fonte a Tolone. «Vuole sempre più sacerdoti. »

Un altro sacerdote ordinato da Rey nel 2010, proveniente da un monastero tradizionalista e poi entrato nella neonata comunità “La Frat” (di cui Rey ha approvato gli statuti nel 2018), è stato denunciato per violenza sessuale su minori. Questa “Fraternità Missionaria di Maria Madre degli Apostoli” ha, secondo il suo sito web, «la vocazione di costruire insieme parrocchie attraenti, attraverso una vita familiare e apostolica di ispirazione monastica». Pecato che negli ultimi due anni sono giunte alla diocesi più di una dozzina di testimonianze, che parlano di «eccesso settario», «esaurimento fisico e psichico» , «spiritualizzazione dei problemi» e «confusione di foro esterno e interno». È coinvolto il responsabile, p. Ludovic Margot, su cui è in corso un'indagine preliminare, secondo quanto conferma la procura di Tolone. «Ma come mai padre Margot è ancora sacerdote?», si chiede oggi un sacerdote della diocesi.

 

Associazioni di fedeli

Le visite canoniche in diocesi, si legge su La Vie (13/6), avrebbero sortito esito positivo: «Aveline non ha obiettato nulla, p. Narcisse ha persino parlato di “eccellenza” sull’insegnamento in seminario», afferma una fonte informata. Infatti il problema non è tanto il livello sdi insegnamento, quanto la selezione dei candidati: «Tra le osservazioni, invitano a fare prima la valutazione psicologica dei candidati. Hanno anche notato che la metà dei seminaristi viene da comunità ci hanno chiesto di stare attenti agli equilibri».

A preoccupare Roma però è anche l’uso intensivo che mons. Rey fa dello status di “associazione pubblica di fedeli”, quando approva nuove comunità. Uno status che però, con il rescritto vaticano del 15 giugno, viene subordinato all’approvazione vaticana, insieme alle altre forme di comunità.

Ad esempio, il vescovo ha dato questa forma al “monastero” Saint-Benoît, a nord di Tolone, senza comunicarlo a Roma. Tranne poi dover sospendere dal ministero due monaci della comunità ordinati in segreto da un vescovo di cui non hanno voluto comunicare il nome.

Altro caso: quello dei fratelli tradizionalisti Goupil il cui "Capitolo di Saint-Rémi" è stato approvato come associazione pubblica di fedeli da Rey nel 2018. Nell'ottobre 2020, un decreto della diocesi informava che questi religiosi stavano lasciando Tolone ed erano ora sotto la responsabilità di «monsignor Maximilien de Sozan, principe-abate nullius dell'abbazia territoriale Saint-Michel-Arcangelo di Sozan», situata in Ucraina, oggi ospedale neuropsichiatrico. «Gravi irregolarità come questa possono, da sole, portare alle dimissioni di un vescovo», ha affermato una fonte di La Croix.

In questa totale anarchia, «da quattro anni la gestione dei contenziosi si è molto professionalizzata», assicura p. Claude Sirvent, segretario della cellula di sorveglianza contro abusi sessuali e aberrazioni settarie a Fréjus-Toulon, soprattutto a livello di "tracciabilità" di sacerdoti provenienti da altre parti, e con l'assunzione di due avvocati e uno psicoterapeuta incaricato di visitare le tante nuove comunità. Un protocollo nella gestione degli abusi sessuali e delle aberrazioni settarie deve essere firmato anche il 21 giugno tra la diocesi e i pm di Tolone e Draguignan.

Cosa è accaduto dunque tra la visita di Aveline e la sanzione della Pentecoste 2022?

A settembre scorso, tre diaconi sono arrivati per ricevere l’ordinazione. Non si saperva da dove arrivassero, afferma una fonte anonima di La Vie, tranne il vescovo, che ha imposto la loro presenza. E questa pare essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di Roma.

«Ma sono anni che si vedono giovani presentarsi a Toulon il giorno stesso delle ordinazioni, affermando di essere stati ordinati diaconi da “Monseigneur” in una cappella privata.

Va da sé che sono la credibilità e il governo di mons. Rey a essere messi in discussione. D’altronde, la sua stessa storia è significativa. Ordinato prete nel 1984 per la comunità Emmanuel, senza essere passato da un seminario, ha uno zelo missionario riconosciuto anche da chi non lo ama. Affascinato dal protestantesimo evangelico alla Rick Warren, con la sua “megachiesa” in California, ha cercato di trasferire a Toulon quel modello, lasciando che la creatività apostolica si espandesse. Ma a caro prezzo: «Benedice di tutto purché attiri gente» afferma un prete, che definisce il vescovo “pelagiano”. «Dà carta bianca a tutto ciò che gli propongono», commenta una madre di famiglia che ha lavorato con lui. «È pieno di idee, le lancia, se funzionano, continua, sennò, le lascia cadere. A volte non vede i limiti umani».

* Foto di Chabe01 da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

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