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Processo sinodale in Svizzera: nel documento finale un desiderio di riforme

Processo sinodale in Svizzera: nel documento finale un desiderio di riforme

BERNA-ADISTA. Nessuna richiesta “impossibile” nel rapporto finale della Svizzera per il Sinodo mondiale dei vescovi del 2023. Il tono del documento finale - i cui dati erano stati discussi dai rappresentanti delle singole diocesi e delle Chiese regionali a fine maggio presso il santuario di Einsiedeln - è pragmatico ma moderato, secondo le indicazioni del presidente della Conferenza episcopale svizzera mons. Felix Gmür, vescovo di Basilea, che aveva chiesto di evitare la parola “esigenze”, troppo indigeribile per Roma. Molti i desideri espressi, che confermano la vocazione pionieristica svizzera in tema, soprattutto, di partecipazione dei laici nell'amministrazione dei sacramenti. Il rapporto finale svizzero, infatti, vuole una Chiesa sinodale che riconosca "la dignità e la vocazione regale, sacerdotale e profetica" dei battezzati e delle battezzate, con una attenzione specifica all'ipotesi di ordinazione ministeriale per le donne, le persone divorziate e le persone omosessuali.

Due i punti principali: l'inclusione di donne, divorziati e persone queer; e la denuncia di un «clericalismo che esiste almeno ancora in parte». La sinodalità può avere successo solo «se si supera il clericalismo e si sviluppa sempre più una comprensione del sacerdozio come elemento che promuove la vita di una Chiesa orientata in modo più sinodale».

Il rapporto, risultato di mesi di lavoro, è stato preceduto da una campagna ad ampio raggio, fortemente voluta da Gmür: "Siamo tutt'orecchi per la vostra voce", recitano manifesti affissi nelle stazioni ferroviarie svizzere, con un fotomontaggio in cui papa Francesco e il vescovo di Basilea si toccano le orecchie, in segno di una volontà di ascolto.

I risultati delle tre diocesi di lingua tedesca di Basilea, Coira e San Gallo – storicamente le più progressiste della Chiesa elvetica - sono stati netti e ben poco interpretabili. Il 77% dei gruppi sinodali della diocesi di Basilea ha ritenuto che la Chiesa escludesse le donne. Le persone queer erano ritenute emarginate dal 64% e i divorziati dal 61%. Le altre diocesi, a prescindere dalla metodologia di raccolta dei dati, hanno ottenuto risultati simili.

Peraltro, il documeneto registra un generale scarso interesse per lo sviluppo del processo sinodale in Svizzera. Se, da un lato, molti avrebbero desiderato un progetto ambizioso e di ampio respiro quanto quello della Germania, dall'altro si registra che alle discussioni sinodali hanno preso parte per lo più persone "vicine alla chiesa e, ad esempio, coinvolte nelle parrocchie", mentre gli atteggiamenti di molti credenti più distanti dalla Chiesa “sono stati difficilmente registrati".

*foto dalla homepage del sito wir-sind-ohr.ch 

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