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Brasile: Teologia della prosperità e diavolo

Brasile: Teologia della prosperità e diavolo

Tratto da: Adista Documenti n° 31 del 17/09/2022

Il neo pentecostalismo nella sua versione fondamentalista in Brasile basa la propria costruzione ideologico-politica sulla cosiddetta, e assai conosciuta, teologia della prosperità nata negli Stati Uniti, ma ampiamente rimodulata soprattutto nell’ambito della IURD (Chiesa Universale del Regno di Dio) per opera del “vescovo” (e padrone) Edir Macedo 1 . All’interno di quella versione sono stati fatti affluire elementi tratti dalla spiritualità africana, peraltro molto differenziata al suo interno a seconda dell’area di provenienza degli schiavizzati deportati 2 . In particolare la teologia dello IURD e altre simili fanno riferimento a figure sacrali dei culti afro-brasiliani attribuendo a esse una arbitraria equivalenza con il diavolo. Si attinge al pensiero afro, capovolgendone il significato, ma usando un universo conosciuto. In un certo senso si tratta di due ingredienti complementari: il riferimento alla prosperità intesa come un diritto è una chimera che promette successo finanziario e viatico per la salute e permette un mercanteggiamento con Dio di cui Chiesa e clero detengono la chiave. Il secondo, cioè il diavolo, è utilizzato come agente colpevolizzante, esplicativo o giustificativo del comportamento individuale anche estremo 3 e come catalizzatore di odio. Infatti le azioni dei fedeli sono attribuite al dominio del diavolo, dominio che può essere spezzato con obbedienza acquiescente ai dettati pastorali. Inoltre e soprattutto il diavolo viene fatto coincidere con la religiosità di origine africana letta tutta in una esegesi satanica 4 . Certo, chiamare teologia una elaborazione, verrebbe da dire elucubrazione, così rozza e grossolana fa specie, pensando alla infinita raffinatezza e complessità che, nelle più svariate teologie, l’interpretazione dei testi e del pensiero sacri ha alimentato lungo il filo dei secoli, ma ci atteniamo alla generosa auto definizione corrente. L’operazione non è innocente. Essa serve quale ingrediente per la costruzione del razzismo religioso che in questo caso ha la duplice funzione di disarticolare le CTT/Comunità tradizionali di terreiro 5 che tanta importanza culturale e sociale hanno per molta parte della popolazione brasiliana e di rafforzare il razzismo strutturale che è componente costitutiva del predominio della élite. A conferma dell’influenza perniciosa di questa propaganda sta l’aumento forte di devastazione delle sedi e degli arredi di culto afro e gli attacchi a fedeli, anche giovanissimi, aggrediti nelle pubbliche vie ad esempio perché si vestono di bianco, colore rituale. Non è raro vedere agli incroci delle strade urbane e rurali offerte di cibo raccolti in piatti di terra e piccoli oggetti fatti a pezzi in disprezzo e offesa agli atti di dedizione di credenti di religioni afro che in questo modo esprimono la devozione ad Exu, messaggero e ponte fra umano e divino, giusto e sicuro.

Fortissima è la pressione per ottenere versamenti e risorse dai fedeli e dai seguaci traendo legittimazione dall’istituto della decima. Pressione che viene esercitata in vari modi, in primo luogo basandosi su un fondamento teorico-metodo logico, quello del mercanteggiare con Dio. Il riferimento culturale è che tu tratti con Dio da pari a pari ed esigi che, al tuo dare, lui risponda restituendo ciò che hai chiesto (sottolineo ciò che hai chiesto, non una richiesta qualsiasi, ad esempio la sua gloria e simili). Con destrezza viene utilizzato poi lo strumento della colpevolizzazione soggettiva: non ottieni quello che hai chiesto perché non lo hai fatto con sufficiente forza e persuasione (in altro contesto diremmo fede), quindi è colpa tua, perché sei ancora sotto il dominio del demonio, del diavolo. C’è un uso alchimistico di una mistura fra deviazione tua e intrusione del diavolo, quindi di colpevolizzazione e deresponsabilizzazione. C’è poi l’antico sistema della gogna, impiegato con sapienza, attraverso l’umiliazione di fronte al gruppo di appartenenza denunciando le mancate contribuzioni oltre a molti altri comportamenti “peccaminosi”. Ne consegue la marginalizzazione degradante del soggetto “impuro” (anche se si usa abitualmente il concetto di posseduto da liberare attraverso sedute di “liberazione”). Naturalmente si sceglie soprattutto la strada elementare dei comportamenti nell’area sessuale (adulterio, omoaffettività, non castità ecc.), mai di tipo sociale (ho sfruttato i miei lavoratori, non ho pagato i contributi della mia dipendete domestica, ho frodato il fisco ecc.): in questo modo il fedele è sempre solo a fare i conti con i suoi problemi, solo sotto il rigido controllo del “pastore” e delle altre attribuzioni funzionali (operai, vescovi, apostoli).

Attraverso il prelievo della decima vengono accumulate risorse ingenti gestite direttamente dalle alte cariche. Dal punto di vista liturgico nei culti il versamento avviene depositando il denaro vivo sulla Bibbia spostandosi dal proprio posto in platea – diciamo così – al pulpito, quindi chi non va è fisicamente visibile. Il denaro viene raccolto in contenitore aperto con alle spalle l’officiante che guarda dall’alto. Il flusso di denaro delle decime (di cui la raccolta nei luoghi di culto è solo una piccola parte) è particolarmente centrale nella IURD; in altre aggregazioni è meno ossessivo, nelle AdD/Assemblee di Dio non è previsto come obbligo. Non mi soffermo sulle valutazioni quantitative delle ricchezze accumulate dai principali dirigenti ecclesiastici pentecostali e neopentecostali: per questo c’è Forbes. Comunque il trasferimento dall’universo dei seguaci alle chiese ha permesso di realizzare una accumulazione originale partendo dalla quale edificare piccoli imperi economici. Essi riuniscono una costellazione di attività produttive che comprendono case editrici e discografiche di musica gospel, moda evangelica e soprattutto un impressionante complesso immobiliare di cui l’emblema più roboante è il cosiddetto Tempio di Salomone della IURD con i suoi 70.000 mq costruiti nella Avenida Celso Garcia nello storico quartiere del Brás di San Paolo. Di chi è tutto questo ben di Dio? Certamente non di Dio, ma non è chiaro chi sia il sostituto. Riprova ne è il numero elevato di procedure giudiziarie quando si verificano scissioni e separazioni di chiese, cosa assai frequente sia per divergenze di impostazione operativa sia per dissapori economici. E molto alto è anche il numero di azioni del pubblico ministero e del fisco 6 nei confronti di pastori e altri responsabili delle diverse denominazioni. Impressionante – con collegamenti a questioni di interesse materiale e patrimoniale – è il ripetersi di atti violenti e omicidi all’interno delle alte gerarchie di parecchie Chiese. Questo forse anche perché non mancano collegamenti fra quadri ecclesiastici e attività varie di traffico di sostanze allucinogene e riciclaggio, soprattutto a Rio de Janeiro. Altro filone di afflusso e controllo di denaro è alimentato dalla concessione di servizi pubblici o finanziati con denaro pubblico a chiese e associazioni da esse o loro aderenti controllate (comunità di recupero di tossicodipendenti, assistenza a madri sole ecc.). Il che conduce alla penetrazione nelle strutture amministrative (come i consigli tutelari 7 ).

1 Gilberto Nascimento, O reino. A história de Edir Macedo e uma radiografia da Igreja Universal do Reino de Deus, Companhia das Letras, São Paulo 2019; Marcelo Camurça, Igreja Universal do Reino de Deus: entre o “plano de poder” e a lógica de minoria perseguida, “Religião e sociedade”, 40 (1), 2020 43-66; Luiza Chuva Ferreira Leite, O plano de poder da Igreja Universal do Reino de Deus. Estrategias territoriais de expansão neopentecostal no Brasil, Dissertaçao de mestrado, Salvador 2019; Ricardo Mariano, Expansão pentecostal no Brasil: o caso da Igreja Universal, “Estudos avançados”, 18(52) 2004 p. 121-138.

2 Dicionário da escravidão e liberdade, Lilia M. Schawarcz e Flávio Gomes org., Companhia das Letras, São Paulo 2018; Luis Felipe de Alencastro, O trato dos viventes: formação do Brasil no Atlântico Sul. Seculos XVI e XVII, Companhia das Letras, São Paulo 2000.

3 La cineasta Beth Formiggini nel 2019 ha realizzato un documentario dal titolo Pastor Claudio in cui lo psicologo Eduardo Passos quello che in anni recenti porta tale nome. Si tratta di un delgado che nel 1973 e anni seguenti ha servito come sicario per gli organismi di repressione della dittatura militare. In tale funzione ha assasinato numerosi dirigenti del Partito Comunista Brasiliano/PCB e in seguito è stato responsabile per fare scomparire cadaveri di oppositori politici torturati nei forni di uno zuccherificio in Campos (Rio de Janeiro). Come molti criminali della dittatura ha evitato i rigori della legge gtazie alla Legge 6683 del 28 agosto 1979 che Concede anistia e dá outras providências. Tutta l’intervista è molto intensa e anche molto informativa, ma qui voglio ricordare la tragettoria post dittatura di Claudio Guerra: egli diventa pastore di una delle chiese dell’Assemblea di Dio e si ritiene “redento” affermando, fra l’altro, che allora era dominato dal demonio. Se questo è un caso limite di conversione dalla criminalità al pastorato non pochi sono i casi di “pastori” che tali sono diventati anche per proteggersi da una precedente vita con molti e vari crimini. Bruna Caetano, Cláudio Guerra: o pastor que assassinava e queimava corpos na ditatura militar, “Brasil del Fato”, 15.03.2019.

4 Edir Macedo, Orixás, caboclos e guias: deuses ou demonios?, Rio de Janeiro, ed. Universal, 2001; molti sono i libri scritti da Edir Macedo, più volte ristampati; la sua autobiografia del 2012 porta il titolo Nada a perder, tradotta in varie lingue fra cui inglese e spagnolo. Da essa è stato tratto un film dallo stesso titolo uscito nelle sale cinematgrafiche nella primavera 2018, cioè in parallelo alla costruzione bolsonarista della campagna elttroale di quell’anno. André Ricardo de Souza, Edin Sued Abumanssur, Jorge Leite Júnior, Percursos do Diabo e seus papéis nas igrejas neopentecostais, “Horizontes antropológicos”, 53/2019, 385-410.

5 Terreiro indica lo spazio piano e interno in cui si svolgono i culti di derivazione africana; la traduzione sarebbe cortile, ma prefrisco lasciare la parola in portoghese con un significato più diversificato, forse vicino a corte. Sidnei Nogueira, Intolerância religiosa, São Paulo, Pólen, 2020. Non entro nel merito della religiosità e spiritualità…

6 Non entro nel merito del settore imprenditoriale dei dirigenti (figure miste di pastori-padroni e imprenditori) delle megachiese con attività varie. Le più visibili sono quelle editoriali, musicali, commerciali (abbigliamento, cosmetici), televisive. Indico solo qualche numero: in base all’elaborazione dei dati delle Relazioni del Laboratorio di tecnologia contro il lavaggio di denaro subordinato al CAEx e al Ministero pubblico di San Paolo Igreja Universal recebeu R$ 33 bilhões (miliardi) em 4 anos em doações bancarias, articolo di Caique Lima in “DCM”, 22 .7.2022. Secondo Eduardo Militão, Divida de impostos de igrejas sobem 20% a cima da inflação em tre anos (dic. 2018- sett. 2021), “Noticias UOL”, 4.12.2021. I dati sono tratti dalla Procura generale del Ministero dell’economia (fazenda). Le richieste sono salite da 1,44 miliardi a 2,026 miliardi di R$. Le chiese debitrici sono passate in tre anni da 1623 a 10.000 e 23 istituzioni sono responsabili dell’85% dei debiti. Unafisco (Associazione nazionale dei controllori fiscali) orienta auditores a não concederem beneficícios a igrejas, “Conjur”, 15.4.2021 per rischio di commettere illecito amministrativo. Questo dopo che il Congresso aveva annullato, con consenso di Bolsonaro, un veto che bloccava il condono di debiti fiscali e multe delle chiese per un valore stimato di 14 miliardi di R$ nei successivi quattro anni. Si potrebbe continuare a lungo con esempi circostanziati, ma questi pochi elementi danno una idea del vortice di denaro che turbina attorno alle megachiese e ai loro pastori-padroni.

7 Fabio Martan, Obras antissociais: o lado B do trabalho assistencial das igrejas evangeicas fundamentalistas, “The Intercept Brasil”, 5.2.2021.

Teresa Isenburg è docente di Geografia politica ed economica presso l’Università Statale di Milano. Questo testo è parte della newsletter dal titolo “Appunti sul protagonismo politico di aggregazioni pentecostali e neopentecostali e istigazione all’odio in Brasile”, inviataci il 5 settembre 2022.

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