
Terremoto in Turchia e Siria: la denuncia e la risposta di Oxfam
Al momento in cui è stato redatto il comunicato stampa di Oxfam, diramato ieri, si contavano già oltre 2mila morti a causa del terremoto che ha colpito Siria e Turchia, ma già nelle ore successive il conteggio cresceva, finché alla tragica conta ha messo un punto l’Oms, che ha lanciato una previsione definitiva di circa 20mila vittime. «L’area colpita è molto vasta e sono tantissime le abitazioni e le infrastrutture andate distrutte», spiega nella nota Riccardo Sansone (responsabile Cooperazione Internazionale di Oxfam Italia): «Dopo due terremoti violentissimi e oltre 60 scosse di assestamento, le persone sono ancora sotto shock e spaventate, fino ad ora non hanno avuto nemmeno il tempo di piangere i propri cari». Il tutto in un Paese, la Siria, stretto dalla morsa del gelo, dove oltre 15 milioni di persone avevano già bisogno di assistenza umanitaria. Le città più colpite sono Aleppo, Latakia, Hama e Idlib. «C’è un disperato bisogno di riparo, cibo, acqua, carburante e cure mediche per i feriti», afferma Oxfam.
L’organizzazione umanitaria si è messa subito a lavoro nelle zone colpite dal sisma per portare aiuto umanitario in collaborazione con 80 cooperative femminili. «Per tanti sfollati la situazione è disperata, dato che saranno costretti a dormire all’aperto in pieno inverno e in alcune aree dovranno passare la notte sotto la neve», spiega ancora Sansone. «A questo si aggiunge la difficoltà di raggiungere alcune delle aree più colpite, molte strade e autostrade sono distrutte o bloccate anche per lunghi tratti. Il bilancio delle vittime continua ad aumentare così come il numero di sopravvissuti rimasti senza nulla, che potrebbe essere enorme».
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