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Abusi nella Chiesa: per una tutela legale

Abusi nella Chiesa: per una tutela legale

Tratto da: Adista Documenti n° 12 del 01/04/2023

DOC-3240. ROMA-ADISTA. Le derive settarie nelle nuove comunità e nei movimenti religiosi della Chiesa cattolica sono in grado di generare comportamenti configurabili come illeciti civili e penali. Pur in assenza di una legge sul plagio, cioè, si è in grado di ricondurre abusi psicologici e spirituali a reati configurati dal codice penale italiano. Per non parlare degli abusi patrimoniali, esito dello sfruttamento lavorativo di coloro che per una vita hanno lavorato all’interno di comunità e movimenti, per ritrovarsi senza alcuna garanzia economica o previdenziale. Si tratta di problematiche esistenziali che rappresentano una autentica emergenza sociale, tenuto conto che l’adesione a tali comunità e movimenti a livello mondiale è consistente in termini numerici. È a partire da questo dato che si è costituito il Comitato Prometeo-Tutela dagli abusi nella Chiesa, gruppo spontaneo indipendente composto da fuoriusciti dai movimenti ecclesiali il quale, lo scorso 8 febbraio, ha reso pubblico un documento dal titolo “Riflessioni giuridiche ed etiche sull’esperienza di adesione alle famiglie religiose e ai movimenti ecclesiali della Chiesa Cattolica”. Un documento articolato che nasce sulla base dell’esperienza vissuta dagli estensori e che «vuole contribuire – si legge nel comunicato stampa – all’analisi del fenomeno mettendo in evidenza in particolare gli abusi nelle comunità di vita consacrata e nel percorso spirituale dei movimenti ecclesiali con lo scopo di sollecitare le istituzioni civili italiane ed europee, le forze dell’ordine e gli enti di controllo della sicurezza sul lavoro a promuovere un'indagine sulle condotte abusanti».

Il Comitato Prometeo, formato da fuoriusciti dal movimento dei Focolari (Martina Castagna, Guido Licastro, Cecilia Sgaravatto, Monique Van Heynsbergen), dall’Opus Dei (Emanuela Provera, Federica Roselli), da psicologi (Luigi Corvaglia, Maurizio Montanari) e dall’avvocato penalista Paolo Florio, sottolinea come le numerose segnalazioni di abusi e le inchieste giornalistiche sul tema, a partire dalla seconda metà degli anni ’90, non siano mai state prese in seria considerazione dai vertici della Chiesa cattolica. Alla luce di tutto ciò, la riflessione giuridica proposta nel documento intende fornire «una lettura il più possibile oggettiva delle condotte abusanti, osservate e condivise dai fuoriusciti, alla luce degli illeciti penali e civili presenti nell’ordinamento giuridico italiano. servendosi di punti di vista professionali differenti». E «poiché non si tratta di semplici errori di valutazione o di devianze di singole persone, ma di chiare e gravi violazioni della giustizia generate da una impostazione consolidata nel governo della Chiesa», occorre avviare «un’analisi di carattere giuridico, psicologico e sociologico per promuovere in seno alle istituzioni civili un processo di monitoraggio volto a vigilare e intervenire anche con provvedimenti legislativi». Di qui la richiesta del Comitato Prometeo alle istituzioni civili, in una petizione di prossima pubblicazione, di costituire una commissione di inchiesta «che indaghi sulle condotte perpetrate a danno degli aderenti al cammino di fede proposto nei contesti religiosi o ecclesiali». Di seguito riportiamo una parte del documento (in forma integrale sul sito www.oref.it e nel volume La Chiesa violenta di Federico Tulli, Left, Roma 2023).

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