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L'Alleanza Contro la Povertà contesta il

L'Alleanza Contro la Povertà contesta il "Decreto Lavoro" e chiede al governo un confronto

L'Alleanza Contro la Povertà in Italia – rete della società civile alla quale aderiscono, tra le altre, associazioni e organizzazioni come Acli, Action Aid, Anci, Azione Cattolica, Cgil, Cisl, Uil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Jesuit Social Network, Save the Children, Umanità Nuova-Movimento dei Focolari, Arci, Croce Rossa Italiana, Focsiv, Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) e Comunità Papa Giovanni XXIII – «non condivide l’impostazione della nuova misura di contrasto alla povertà contenuta nel “Decreto lavoro” così come descritta dal comunicato stampa di Palazzo Chigi».

Nel comunicato diramato il primo maggio, in seguito al Consiglio dei Ministri promosso in pompa magna dalla premier Giorgia Meloni che tanto ha fatto discutere, l'Alleanza lamenta di non aver avuto la possibilità di confrontarsi con il governo, «pur avendolo richiesto».

«Qualora dovesse essere confermata la volontà del Governo di superare una misura universale di contrasto alla povertà – spiega il portavoce nazionale Antonio Russo – con un intervento di natura categoriale, che divide la platea delle persone in condizione di bisogno escludendo dal sostegno una parte della popolazione in difficoltà economica, ci troveremo di fronte a un fatto grave, ancor di più in una fase storica di crisi economica e sociale, come quella che stiamo ancora vivendo, e in cui l’incidenza della povertà non accenna a diminuire».

Il portavoce ribadisce la disponibilità dell'Alleanza «ad un confronto che auspichiamo possa giungere al più presto».

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