
In guerra la fame vince sempre: il report e l'appello di Azione Contro la Fame
Un rapporto di Azione Contro la Fame (ACF) – dal titolo No matter who’s fighting, hunger always wins. How violent actions drive food insecurity (“Non importa chi combatte, la fame vince sempre. Come la violenza conduce all’insicurezza alimentare”) – pubblicato oggi rivela la strettissima correlazione tra fame e violenza, con «l'85% dei 258 milioni di persone in condizioni di crisi alimentare» che vive «in Paesi colpiti da conflitti». Per 117 milioni di loro, aggiunge ACF, «i conflitti rappresentano la causa principale e diretta della fame».
Raccolti saccheggiati, popolazioni sfollate, terreni espropriati, infrastrutture distrutte, campi contaminati da mine, accesso umanitario ostacolato… In una nota odierna di presentazione del Rapporto, l'organizzazione umanitaria «sottolinea come sia la fame, in fin dei conti, ad avere la meglio in ogni conflitto, e come a pagare il prezzo maggiore siano sempre i civili. Il report analizza i dati di un'ampia gamma di conflitti armati in tutto il mondo per identificare le connessioni specifiche e complesse tra guerre e fame».
La presentazione del report è accompagnata anche dal lancio di un appello che chiede ai leader mondiali di impegnarsi immediatamente «per fermare l'aumento della fame causata dai conflitti, impegnandosi a prevenire le carestie e a proteggere le persone dall’uso della fame come arma di guerra». In particolare l’appello – che si può sottoscrivere liberamente sul sito di ACF – chiede di: «porre fine alla fame come arma di guerra; garantire l'accesso al cibo durante i conflitti; investire per salvare vite e costruire la pace».
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