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Il ponte sullo Stretto di Messina non sta in piedi. Dossier di Lipu, WWF Italia, Kyoto Club

Il ponte sullo Stretto di Messina non sta in piedi. Dossier di Lipu, WWF Italia, Kyoto Club

Il Ponte è «insostenibile» ed è una «una tassa per il Paese». Lo sostengono esperti ambientalisti ed economisti nel dossier di oltre 40 pagine intitolato “Lo Stretto di Messina e le ombre su l rilancio del Ponte” reso noto il 27 maggio Kyoto Club, Lipu e WWF. «L’approvazione del decreto legge voluto dal governo che rilancia il progetto del 2011 del ponte ad unica campata sullo Stretto di Messina – riassume WWF Italia in un comunicato stampa – non supera le criticità di fondo sollevate dagli ambientalisti sulla insostenibilità dal punto di vista ambientale, economico-finanziario e sociale dell’opera.   Un’opera dal costo elevatissimo e ingiustificato (14,6 miliardi di euro, quasi un punto di PIL), di cui non è stata ancora dimostrata la costruibilità e non è finanziata, che si vuole realizzare con una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale addomesticata e bypassando l’obbligo di gara per l’affidamento al general contractor». 

Queste le questioni analizzate dagli studiosi ed esposte con approfondite argomentzini: la fattibilità; il “Il franco navigabile”; Il costo e la gara; gli aspetti e la gara; l’occupazione; il traffico; la valutazione di Impatto Ambientale, Il valore naturalistico; il paesaggio e infine la legittimità costituzionale del progetto, aspetto non meno importante ma solitamente il meno considerato.

«I giuristi che hanno contributo alla stesura del dossier – informa su quest'ultimo punto il comunicato stampa –contestano la legittimità costituzionale delle norme introdotte nella legge di Bilancio 2023 e dal DL n. 35/2023, convertito con modificazioni in legge, per la sospetta violazione degli articoli 9 (tutela del paesaggio e dell’ambiente), 32 (tutela della salute)  e 41 (iniziativa economica privata) perché la tutela del paesaggio e dell’ambiente, anche nell’interesse delle future generazioni, rientra tra i principi fondamentali e prevale nel bilanciamento dei valori, in quanto valori primari e sistemici (Corte Costituzionale n. 179 del 2019). Opinabile anche il rispetto delle disposizioni sotto i profili della tutela della salute (art. 32), della funzione sociale dell’impresa (art. 41), nonché dei diritti inviolabili dell’uomo e dell’adempimento del dovere di solidarietà di cui all’articolo 2 Cost. Le norme che dispongono la realizzazione di un progetto, privo di valutazione ambientale in spregio alla vocazione naturalistica dei luoghi di rara bellezza e fragilità in ambiti tutelati delle direttive comunitarie per la più alta concentrazione di biodiversità al mondo, sono irragionevoli in quanto non considerano l’opzione zero».

Il Gruppo di lavoro di redazione del dossier “Lo Stretto di Messina e le ombre sul rilancio del ponte” era composto da:  Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio  presso l’Università di Palermo; Antonio Di Natale, ecologo marino e esperto ONU; Anna Donati, coordinatrice Mobilità sostenibile Kyoto Club; Giorgia Gaibani, responsabile Difesa del territorio e Rete Natura 2000 Lipu; Anna Giordano, naturalista WWF Italia; Stefano Lenzi, responsabile Ufficio relazioni istituzionali WWF Italia; Domenico Marino, , docente di Politica economica presso l’Università del Mediterraneo di Reggio Calabria;  Aurora Notarianni, avvocata in Messina; Antonio Romano, avvocato in Messina;  Guido Signorino docente di Economia presso l’Università di Messina; Giuseppe Vivarelli, avvocato in Messina; Alberto Ziparo, docente di Pianificazione urbanistica presso l’Università di Firenze.

*Foto ritagliata dello Stretto di Messina nell'immagine che correda l'apertura del dossier

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