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Francia: Chemin Neuf piazza un nuovo vescovo

Francia: Chemin Neuf piazza un nuovo vescovo

Tratto da: Adista Notizie n° 24 del 08/07/2023

41523 REIMS-ADISTA. Un nuovo vescovo ausiliare (v. notizia precedente) arriva anche a Reims, ad affiancare niente meno che mons. Eric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale francese, arcivescovo della diocesi del dipartimento della Marne. Si tratta di p. Etienne Vetö, 58 anni, direttore del Centro "Cardinal Bea" per gli Studi Giudaici della Pontificia Università Gregoriana. Ma il vero motivo per cui la sua nomina è importante è che sarà il primo vescovo proveniente dalla Comunità Chemin Neuf, una delle cosiddette “nuove comunità” di matrice carismatica sorte nel post-Concilio e salutate come “nuova primavera della Chiesa”; le stesse comunità che oggi – e da tempo ormai – cadono una dopo l'altra, infestate da derive settarie e abusi perpetrati da fondatori devianti o in un contesto che presenta un piano inclinato verso abusi di vario genere.

Per il momento, Chemin Neuf, che vive un momento favorevole, ha attraversato quasi indenne questa fase: per il momento, o quasi. Ora Etienne Vetö va ad arricchire la schiera dei presbiteri “di rilievo” di Chemin Neuf nella Chiesa francese: nel 2018 Vincent Breynaert è stato nominato responsabile della pastorale giovanile e vocazionale, e Miguel Desjardins direttore del servizio nazionale per l'unità dei cristiani, nel 2021 (La Vie, 26/6). Al suo 50° anno di vita, la comunità ospiterà ad agosto, nell'abbazia di Hautecombe in Savoia (una delle sue residenze) un incontro sulla "Chiesa di domani", alla presenza del card. Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, e dell'amico intimo Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana.

Una brillante carriera all'ombra del Vaticano

P. Etienne Vetö, doppia nazionalità statunitense e francese, figlio di un filosofo francoungherese di origine ebraica, ha un curriculum di tutto rispetto, tanto accademico quanto a livello di incarichi ecclesiali: ha studiato a Berlino, a Roma, a Parigi; è stato membro, tra l'altro, della Commissione Teologica della Conférence des Religieuses et Religieux de France (Corref); membro della Commissione Dottrinale dell’International Catholic Charismatic Renewal Service (I.C.C.R.S.); attualmente è consultore per la “Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo” del Pontificio Concilio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, nonché membro della Commissione Teologica Internazionale. Intorno al 2000, all'epoca del Giubileo, mentre finiva i suoi studi per il baccalaureato in teologia era già in Vaticano, molto legato al cerimoniere del papa mons. Renato Boccardo (oggi arcivescovo di Spoleto-Norcia), del quale era il braccio destro, e con il quale organizzò la Giornata Mondiale della Gioventù di Roma di quell'anno. Soddisfazione all'interno della comunità: “la personlità di p. Vetö, le sue esperienze ecclesiali e accademiche – ha detto il superiore generale di Chémin Neuf p. François Michon, – saranno punti di appoggio forti per l'arcidiocesi di Reims. È una buona notizia per la Chiesa che conferma anche la fiducia accordata alla Comunità Chemin Neuf nelle sue diverse missioni pastorali». Quanto a p. Vetö, in congedo sabbatico a Gerusalemme da alcuni mesi per una pausa di riflessione sul suo futuro, afferma di essere «rimasto colpito dal pesante fardello che mi attende, ma ho anche una grande gioia per la prospettiva di poter tornare alla pastorale concreta e incontrare la gente: per questo sono diventato sacerdote!», ha detto a KTO (26/6) giugno.

Una medaglia sul petto per Chemin Neuf

La comunità di Chemin Neuf, a vocazione ecumenica e internazionale come diverse tra le “nuove comunità”, gode di molto credito, grazie anche a una strategia comunicativa molto accattivante e “moderna”. Nata da un gruppo di preghiera, fondata a Lione dall'ex gesuita p. Laurent Fabre nel 1973 che ne ha retto le redini fino al 2016, lasciandole poi al suo “delfino” p. François Micho, accoglie preti, religiosi e religiose, singoli, consacrati e non, ma anche famiglie. Più di 2.000 sono i membri in tutto il mondo, di cui 350 in Francia, che vivono in comunità in “fraternità di quartiere” o in “fraternità di vita”, come nell'abbazia di Hautecombe, in Savoia, in una struttura a rete non troppo dissimile da quella dell'Opus Dei, e con sedi diffuse ovunque, dalle residenze per gli studenti (spesso si tratta di edifici oggetto di donazioni) alle parrocchie (che vengono di fatto “occupate” e gestite dalla comunità: persino il card. Barbarin, da vescovo di Lione, ne criticava la strategia di reclutamento, che rischiava di alterare il discernimento personale e competere con la diocesi), fino ad antichi monasteri, nelle quali l'insediamento è consentito dall'escamotage del comodato d'uso, come le abbazie di Hautecombe e Saragozza. Di recente, ha lanciato un progetto residenziale ambizioso nella regione parigina, il “Domaine du Cenacle”, una residenza comunitaria per famiglie.

Secondo un modello diffuso nelle comunità di stampo carismatico, i beni vengono messi in comune, così come gli stipendi di chi lavora all'esterno. A gestire le sedi (anche quelle con una rilevanza turistica come Hautecombe, con migliaia di visitatori al giorno) senza alcun contratto di lavoro o garanzia previdenziale, sono gli stessi membri, che offrono così manodopera a costo zero. Ma la comunità gode di ampia fiducia nella Chiesa francese: benché Fabre non sia più gesuita, non si è astenuto dall'utilizzo della spiritualità ignaziana come pseudogaranzia di comprovata ecclesialità per la Comunità di Chemin Neuf, si legge sulla pagina dell'associazione di assistenza alle vittime di abusi AVREF, inducendo probabilmente una sorta di fiducia a priori che ha sempre protetto la comunità, finora, da scandali e denunce. Con una strategia di reclutamento accattivante e giovane, social e digitale, la comunità attira molti giovani e suscita vocazioni: ben 6 le ordinazioni presbiterali per il 2023 al suo interno, secondo i recenti dati della Conferenza episcopale francese, su un totale di 88 in tutta la Francia.

Ma non è tutto oro quel che luccica

Eppure già nel 1996, il libro Les Naufragés de l'Esprit. Des sectes dans l'Eglise catholique, di Thierry Baffoy, Antoine Delestre e Jean-Paul Sauzet, ne denunciava aspetti settari, riportando alcune testimonianze di ex membri. L'AVREF ha pubblicato una pagina sul sito in cui mette in rilievo aspetti problematici: mancanza di centri di interesse diversi dalla loro vita comunitaria, che rischia di portare a un ripiegamento, all'isolamento e alla dipendenza; fraintendimento del voto di obbedienza che può portare a un controllo eccessivo e a una ridotta autonomia; per le sorelle consacrate, mancanza della garanzia di una costituzione e di una regola monastica; confusione tra proselitismo e marketing di reclutamento («Cosa pensare di questi "teaser" molto "trendy" che pubblicizzano i festival "Welcome to Paradise"? Non è una parodia di altri festival che si copiano per attirare la gente?»; «dubbi sulla possibilità di discernere isolandosi in una vecchia abbazia invece di studiare attraverso un corso normale, confrontando esperienze e girando il mondo e visitando ambienti diversi»; scarsa attenzione alle persone («È sufficiente raggiungere la maggiore età per non essere più una persona vulnerabile? Basta essere maggiorenni per poter svolgere una missione umanitaria e fare volontariato internazionale, per prendere voti che impegnano la vita?»); «pressione (e la manipolazione) a partecipare alla vita della comunità che può diventare eccessiva».

Anche le «terapie di guarigione e liberazione» di stampo evangelico americano, ampiamente promosse e applicate a Chemin Neuf (come le sessioni Unbound, che sviluppano, si legge sul sito di Chemin Neuf Italia, «una pedagogia equilibrata e pratica per aiutare i cristiani a sperimentare una libertà più grande in rapporto all’influenza del male nella loro vita risultano problematiche»), costituiscono un terreno favorevole alla manipolazione. Ben poco di ignaziano, dunque. Scrive AVREF sul sito: «Nello stesso movimento che oggi travolge molti carismatici, lo Chemin Neuf va verso la pratica di un “ministero di liberazione”. I centri dedicati chiamati "Siloé" offrono risorse psichiche e spirituali, guidati da membri della comunità Chemin Neuf, da medici, terapisti e guide spirituali, portando così a confusione tra i domini spirituali e psichici, anche il fisico che può essere affidato solo a professionisti abilitati scelti in piena libertà da un potenziale paziente. Quando vengono improvvisate, le cosiddette sessioni liberatorie, che mescolano i generi in questo modo, possono portare ad abusi di potere, false guarigioni e abusi spirituali».

Anche l'organizzazione governativa francese Miviludes (Missione interministeriale di vigilanza e lotta contro le aberrazioni settarie) ha citato Chemin Neuf nel suo Rapporto 2018- 2020, dando conto di 15 segnalazioni in tre anni: in partricolare, l'organismo sottolinea il fatto che pur sembrando «molto ricca», «le persone che entrano in comunità lavorano a titolo gratuito per essa, sono malnutrite e a volte male alloggiate. Vengono proposte ai giovani attività di volontariato all'estero, ma devono finanziarsi viaggio e assicurazione. Quando le famiglie vanno in ritiro, i figli non vanno a scuola in quel periodo». Le comunicazioni con l'esterno, poi, «sono molto ridotte». L'obiettivo finale, infine appare quello di «attirare sempre più adepti e di ingrandire la comunità». «La Miviludes – conclude il rapporto – raccomanda una certa prudenza riguardo a questa comunità per le persone che abbiano delle fragilità». 

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