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Caso Rupnik: laicizzate tutte le religiose della Comunità Loyola

Caso Rupnik: laicizzate tutte le religiose della Comunità Loyola

ROMA-ADISTA. Tutte le religiose della Comunità Loyola, co-fondata dall'ex gesuita e noto mosaicista accusato di abusi Marko Ivan Rupnik e da Ivanka Hosta e recentemente sciolta dal Vaticano, torneranno allo stato laicale. Una conclusione per nulla scontata anche dopo il recente scioglimento della Comunità da parte del Vaticano (v. Adista Notizie n. 45/23), una sorta di conferma del fatto che un carisma autentico non c'è mai stato, che ai voti pronunciati non viene (più) riconosciuta una validità. A rivelare i dettagli del provvedimento, che non è stato pubblicato, è colui che della Comunità Loyola è stato il commissario per due anni, il vescovo ausiliare di Roma mons. Daniele Libanori, in una intervista rilasciata all'agenzia Aci Prensa il 22/12 e ripresa dalla Catholic News Agency. Libanori ha anche rivelato che sarà istituito un fondo per assistere le donne che appartenevano alla comunità al momento del suo scioglimento. La Comunità Loyola, creata in Slovenia negli anni '80 da Ivanka Hosta e Rupnik, accusati di aver commesso per decenni gravi abusi sessuali, spirituali e psicologici sulle consorelle, è stata sciolta dal Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le società di Vita apostolica lo scorso ottobre, dopo la lunga indagine condotta da mons. Libanori, il quale ha affermato che coloro che ne facevano parte «sono allo stesso tempo dispensate dai voti religiosi e ritornano allo stato laicale», trovandosi quindi «nelle stesse condizioni di tutti i laici». Nessun risarcimento è invece previsto, dal momento che, ha spiegato Libanori, «bisogna distinguere tra lo scioglimento dell’istituto e gli abusi attribuiti a Marko Rupnik».

E fino a oggi non c'è l'ombra di processi, sentenze o condanne a carico di Rupnik, nonostante papa Francesco abbia deciso di derogare alla prescrizione per i presunti abusi sessuali denunciati, rendendo così possibile un processo. Tuttavia,«il patrimonio intestato alla Comunità di Loyola – ha affermato Libanori - servirà a creare un fondo per l'assistenza di tutte le suore che erano incardinate nella comunità al momento della soppressione».

In tale contesto, «nessuna responsabilità diretta o indiretta può essere attribuita alla Compagnia di Gesù, se non forse quella di aver sempre avuto fiducia in padre Rupnik, come tutti gli altri, finché le accuse non sono venute alla luce». «Per quanto mi risulta – ha proseguito – i fatti che hanno coinvolto le suore della Comunità di Loyola sono stati tenuti da ciascuna di loro nel segreto della coscienza fino al momento delle accuse. Non so nemmeno che le suore ne parlassero tra loro».

Ivanka Hosta, che ha servito dal 1994 come superiora generale della Comunità di Loyola, è stata rimossa a giugno di quest'anno dal suo ruolo e le è stato proibito di contattare le attuali o ex suore per tre anni. Le è stato anche ordinato di compiere pellegrinaggi mensili per pregare per le vittime di Rupnik. Quanto a Rupnik, espulso lo scorso giugno dalla Compagnia di Gesù, ma solo per disobbedienza ai provvedimenti restrittivi imposti dall'Ordine, oggi è attivo come prete incardinato nella diocesi di Capodistria, nella sua Slovenia.

* Foto da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

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