Ex Macrico: l’Istituto diocesano sostentamento del clero di Caserta scrive ad Adista
Tratto da: Adista Notizie n° 26 del 13/07/2024
41920 CASERTA-ADISTA. In seguito alla pubblicazione del nostro penultimo pezzo sulla vicenda dell’ex Macrico di Caserta – l’area di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (Idsc) al centro di un progetto di «rigenerazione urbana» – uscito sul fascicolo di Adista Notizie n. 24/24 in cui si dà conto di un’inchiesta giudiziaria della Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha portato all’arresto dell’assessore ai lavori pubblici del Comune di Caserta, di due dirigenti dell’ufficio tecnico più un funzionario comunale e di un imprenditore (altre 14 persone risultano formalmente indagate), il direttore dell’Idsc di Caserta, don Antonello Giannotti, ha inviato ad Adista una richiesta di rettifica che pubblichiamo integralmente di seguito, unitamente a una nostra risposta.
La lettera del direttore dell’Idsc di Caserta
Egregio direttore, in riferimento all’articolo pubblicato sulla vostra testata in data 22/06/2024 a firma Luca Kocci, dal titolo: “Caserta: intorno al caso dell’ex Macrico un terremoto giudiziario”, mi corre l’obbligo di sottolineare che sono state scritte informazioni non veritiere, lesive dell’immagine e dell’onorabilità del sottoscritto, degli organi di governo dell’Idsc. che rappresento.
Infatti, la vicenda che ha coinvolto l’amministrazione comunale di Caserta sul presunto conflitto di interessi pubblici e privati, con, allo sfondo, il mercimonio del voto, non è collegabile in alcun modo con l’Idsc di Caserta. Grave, falso e delatorio affermare il contrario. L’amministrazione comunale gestisce soldi pubblici, per i quali può essere ravvisabile l’interesse privato, mentre l’Idsc di Caserta, come tutti gli Istituti diocesani, per statuto e per norme canoniche, gestisce esclusivamente risorse economiche proprie. Grave, falso e delatorio affermare il contrario. In riferimento all’area ex Macrico – oggi Campo Laudato si’ –, di proprietà dell’Idsc di Caserta, si precisa che non è restituita alla città, ma se ne consente l’utilizzo, e che in tale area di 33 ettari, hanno lavorato e lavorano diverse aziende del territorio, scelte secondo criteri privatistici di buona e diligente gestione. Inoltre, i processi di rigenerazione approvati prevedono una forte riduzione della volumetria esistente ed è assolutamente non veritiero che sia previsto un aumento.
Grave, falso e delatorio affermare il contrario. Si sottolinea che la progettazione, che ha ricevuto anche l’Alto Patrocinio del Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, è stata condivisa con la città in tutte le sue articolazioni, in incontri pubblici, questionari, attraverso il sito dedicato, sui social, coerentemente all’alto senso etico e di trasparenza a cui si ispira la Chiesa casertana. Non si comprende, infine, il fuorviante riferimento alla nota inviata dal sottoscritto all’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Caserta del 10/05 u.s. per avvertirlo dell’avvio della messa in sicurezza del muro di cinta dell’ex Macrico. Trattasi di una comunicazione ufficiale, inviata all’assessore preposto, sottoscritta nella qualità di presidente dell’Idsc di Caserta, doveroso e necessitata da una relazione dei Vigili del fuoco, che, a seguito di sopralluogo, avevano ravvisato il rischio di un imminente crollo del predetto muro. Se lo scrivente non avesse fatto la comunicazione avrebbe infranto la legge. Grave, falso e delatorio affermare il contrario.
Per queste ragioni lo scrivente chiede la pubblicazione della presente rettifica ai sensi dell’art. 8 legge 47/1948 come novellato dall’art. 42 L 416/81, con lo stesso spazio e la stessa visibilità destinati all’articolo mendace.
Cordiali saluti, don Antonello Giannotti
La risposta di Adista
Prendiamo atto della richiesta di rettifica inviataci dal direttore dell’Istituto diocesano sostentamento del clero, qui pubblicata integralmente.
Ribadiamo, come peraltro scritto chiaramente all’inizio del nostro articolo (“Caserta: intorno al caso dell’ex Macrico un terremoto giudiziario”, v. Adista Notizie n. 24/24), che «nessuno dei dirigenti dell’Idsc risulta nemmeno sfiorato dalle indagini» della magistratura di Santa Maria Capua Vetere. Quello che abbiamo evidenziato, come spiegato nello stesso articolo, è un mero collegamento «indiretto», derivante dal fatto che uno degli indagati a piede libero, Raffaele Nunziante, è fra i responsabili di una delle ditte a cui l’Idsc e la Diocesi di Caserta commissionano regolarmente delle opere, utilizzando anche i fondi dell’otto per mille. Come dimostra infatti la nota inviata dal direttore dell’Idsc all’assessorato ai Lavori pubblici del Comune di Caserta – richiamata nella parte finale dell’articolo – per informarlo della urgente messa in sicurezza del muro di cinta dell’ex Macrico, i cui lavori sono stati affidati a una delle ditte dei Nunziante, la Gesim.
E come testimoniano anche le fotografie, che pubblichiamo ora (visibili nella versione online di Adista in data 1/7/2024), del tabellone relativo ai lavori per il “Recupero e valorizzazione dell’ex centro sociale S. Antonio e realizzazione della Casa Amoris Laetitia” commissionati dalla Diocesi di Caserta alla stessa Gesim.
*Foto presa da Wikipedia Commons, immagine originale e licenza
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!