Est Congo: la tregua desta speranza e preoccupazione
L’Agenzia Fides, il 9 luglio, fa il punto della situazione nella crisi che attanaglia da lunghi anni l’Est Congo e sottolinea due importanti fatti degli ultimi giorni: da un lato la tregua umanitaria di due settimane, iniziata il 5 luglio, raggiunta grazie alla mediazione statunitense e, dall’altro, il recente rapporto degli esperti Onu che punta il dito sul sostegno del governo ruandese al movimento ribelle M23.
L’aspetto positivo è che ora, se esercito regolare e truppe M23 rispetteranno la tregua, sarà possibile soccorrere le popolazioni sfollate e vittime della guerra. «La tregua sembra al momento reggere – spiega Fides – ma non sono previsti meccanismi di verifica del suo rispetto da parte dei combattenti, le cui posizioni sono molto vicine. Un gesto mal interpretato dall’altra parte può far riesplodere gli scontri da un momento all’altro».
C’è però un risvolto della medaglia poco piacevole in questa tregue: in molti sostengono che l’M23 abbia accettato di buon grado la pausa per rinsaldare le file e fare il pieno di armi, magari provenienti dal vicino Ruanda, Paese che – secondo gli esperti Onu – avrebbe inviato in territorio congolese armi pesanti e circa 3-4000 soldati del proprio esercito al fianco dell’M23. Violando di fatto, dice il rapporto, «l’integrità e la sovranità della RDC».
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