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Dopo il parere della CIG, appello al governo italiano di Arci, AOI e Assopace Palestina

Dopo il parere della CIG, appello al governo italiano di Arci, AOI e Assopace Palestina

In seguito al «parere consultivo» della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite del 19 luglio scorso – pubblicato in risposta a un quesito posto dall’Assemblea Generale Onu – Arci, AOI, Assopace Palestina hanno diramato una dichiarazione congiunta che ripercorre i tratti salienti dello storico pronunciamento e che chiede «al governo italiano di agire con determinazione e coerenza nel rispetto del diritto internazionale».

La Corte, si legge nel testo, denuncia l’illegalità dell’occupazione dei Territori Palestinesi Occupati da parte di Israele, «la colonizzazione, la discriminazione razziale, le misure volte a modificare la composizione demografica, l’annessione di territorio, e l’imposizione di leggi e restrizioni in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e nella Striscia di Gaza». Il parere della Corte impone poi a Israele «l’obbligo di porre fine alla sua presenza nei Territori Palestinesi Occupati il più rapidamente possibile» e di «risarcire chiunque abbia subito un danno materiale per causa degli atti illegali commessi da Israele durante l’occupazione».

Il pronunciamento del Tribunale Onu coinvolge certamente Israele per le responsabilità dirette dell’Occupazione, ma anche i suoi alleati e, in generale, tutti i Paesi che aderiscono al suo Statuto.

Pertanto, spiegano Arci, AOI e Assopace Palestina, anche il governo italiano è chiamato ad «agire con determinazione e coerenza nel rispetto del diritto internazionale». In particolare, a Meloni & co. le tre firmatarie chiedono di «riconoscere ufficialmente la natura illegale dell’occupazione israeliana e il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione». Inoltre, l’Italia «deve impegnarsi attivamente per porre fine alla segregazione e discriminazione razziali imposti dall’apartheid israeliano sul popolo palestinese» con «azioni concrete e visibili, in linea con i principi di uguaglianza e giustizia». Ancora, affermano le firmatarie della dichiarazione, «l’Italia deve rispettare l’obbligo di non fornire alcun aiuto o assistenza che possa supportare il mantenimento della situazione creata da questi atti illegali. Qualsiasi forma di supporto diretto o indiretto deve essere immediatamente sospesa».

Un ultimo appello ai nostri governanti è a riconoscere e rispettare il diritto internazionale – e quindi anche tutti i pronunciamenti della Corte Internazionale di Giustizia e della Corte Penale Internazionale – quale unico strumento di legalità per la risoluzione dei conflitti nel mondo. «È fondamentale che il governo italiano si impegni concretamente a sostenere il diritto internazionale e la giustizia in tutte le sedi nazionali e internazionali, contribuendo alla pace e alla sicurezza nella regione».


* Immagine ritagliata tratta Wikipedia. Immagine originale e licenza.

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