Burkina Faso: per ACS l'attentato del 24 agosto «uno dei più sanguinosi nella storia del Paese»
In una nota di ieri, la sezione italiana della Fondazione Pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) commenta l’aggressione jihadista del 24 agosto nella città di Barsalogho in Burkina Faso, che è costata la vita a oltre 150 persone, tra cui donne, anziani e bambini: «È il terzo di questo mese e uno dei più sanguinosi nella storia del Paese, afflitto dal terrorismo islamico dal 2015», spiega ACS riportando la testimonianza di fonti locali. Gli stessi testimoni hanno raccontato ad ACS «che il numero dei morti è stato così alto che nell’arco di tre giorni non è stato possibile seppellire tutte le vittime». Il Burkina Faso è bersagliato dagli attentati, dalle violenze, dai rapimenti e dalle conseguenti migrazioni forzate.
Secondo mons. Théophile Nare (titolare della diocesi di Kaya, nella quale si è svolto l’attentato) si è trattato di una «tragedia di proporzioni senza precedenti dall'inizio degli attacchi terroristici».
I terroristi alzano il tiro nel Paese africano, commenta ACS: «Quest'ultima ondata di violenza fa parte di una tragica serie di attentati che, dal 2015, ha fatto precipitare il Burkina Faso in una profonda crisi. A causa della crescente brutalità il Paese si trova in un persistente stato di insicurezza e paura».
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