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Nuovo naufragio a largo di Lampedusa: 21 dispersi. E il Viminale blocca le navi di soccorso delle ong

Nuovo naufragio a largo di Lampedusa: 21 dispersi. E il Viminale blocca le navi di soccorso delle ong

ROMA-ADISTA. Un’imbarcazione con a bordo 28 persone si è capovolta al largo di Lampedusa. Sono almeno ventuno le persone disperse, tra queste tre bambini. Sette sono i superstiti soccorsi dai militari della Guardia costiera italiana e fatti sbarcare al molo Favarolo di Lampedusa. Secondo le loro testimonianze l’imbarcazione era partita il primo settembre dalle coste libiche. Il natante su cui viaggiavano si è ribaltato dopo un giorno di navigazione. I sopravvissuti sono rimasti aggrappati al relitto per tre giorni.

Il Centro Astalli «non smette di chiedere all’Europa di attivare operazioni di ricerca e soccorso in mare per i migranti in fuga dagli orrori della guerra, delle persecuzioni e delle violenze che, in assenza di vie legali e sicure di ingresso, non hanno alternative ai trafficanti. Come ci ricorda papa Francesco, “Lasciar morire, rimanendo indifferenti, è inconcepibile”».

«L’ennesima tragedia che ha aumentato, come accade ogni giorno, il numero delle vittime innocenti che muoiono nel nostro mare, dimostra ancora una volta che il vero conto non è quello della “diminuzione degli sbarchi”, ma dell’aumento dei morti provocati dalle strategie di respingimento del governo italiano», commenta long Mediterranea Saving Humans. «Quelle strategie che Meloni e Piantedosi hanno più volte definito “deterrenza”. Una di queste è rappresentata dall’omissione di soccorso dei naufraghi, che avviene sia a causa della “delega” alle milizie libiche che sono chiamate a catturare e deportare chi tenta di fuggire, sia con l’abbandono per giorni di imbarcazioni in distress, nonostante le segnalazioni e nonostante siano perfettamente individuate dai sistemi satellitari e aerei di controllo di cui le autorità dispongono. Aumentare i morti e la pericolosità del viaggio per le persone, è una strategia disumana.

Ci uniamo oggi, nel dolore per la perdita di vite umane che era, come a Cutro, evitabile, alle dichiarazioni del sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino: “È necessario che l'Europa si occupi di quel che si parla da tanto tempo, ossia i canali umanitari per far viaggiare e arrivare in sicurezza queste persone”. Ma è questa la richiesta che il governo italiano porta in Europa? Certamente no. E mentre aumentano i morti, il Viminale blocca le navi di soccorso e le diffida, come nel nostro caso, a “salvare vite”. Non ci arrenderemo mai a questa logica di morte».

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