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"IRIAD Review": i «tamburi di guerra» e l'Unione Europea

Titola “Unione Europea e industria militare: il Rapporto Draghi” il nuovo numero di Iriad Review, mensile di “Studi sulla Pace e sui Conflitti” dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRIAD). Nell’editoriale che introduce la pubblicazione, il direttore editoriale Maurizio Simoncelli (cofondatore e vicepresidente di IRIAD, saggista esperto del mercato delle armi) lancia l’allarme sui «tamburi di guerra» che «rullano sempre più forte ai confini dell’UE a est e nel Medio Oriente». La guerra si allarga sempre di più in Ucraina, con le incursioni a Kursk e le continue richieste di Zelensky di utilizzare le arni occidentali in territorio russo. Intanto, «l’Unione Europea, nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale, sembra aver dimenticato completamente lo spirito dei suoi fondatori». Di fatto l’Europa ha ceduto alla logica della guerra, riarmandosi fino ai denti e concedendo spazi di libertà sempre maggiori a Zelensky.

In questo quadro entra a gamba tesa il rapporto sulla competitività commissionato dalla Commissione Ue a Mario Draghi, nel quale «l’autore dedica ampio spazio alle spese militari e all’industria bellica, da lui ritenute il volano per un ruolo internazionale dell’Unione (peraltro senza affrontare la prioritaria tematica della politica della difesa ed estera)».

C’è poi lo scenario mediorientale e il fallimento delle trattative… Contro ogni retorica sul diritto alla difesa e sulla sicurezza, è invece «una minaccia alla pace quella che domina il teatro Mediorientale, dove lo scontro Israele-Hamas, oltre a causare decine di migliaia di vittime, sta allargandosi all’area non solo del Mar Rosso con gli Houthi dello Yemen, ma anche del confinante Libano con gli Hezbollah e, più a distanza, con l’Iran». Con armi vere o armi non convenzionali (i noti “cercapersone esplosivi”) Israele ah fatto strage di miliziani ma anche di civili, molti bambini, «violando ancora una volta la distinzione tra civili e combattenti, così come tra armi di difesa e di offesa (distinzione assai discutibile) dato che apparecchiature elettroniche civili, come radio, televisori o altro, possono essere usate a scopi letali».

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