Nessun articolo nel carrello

La denuncia della rete EducAzioni: «Il governo Meloni dimezza i posti negli asili nido»

La denuncia della rete EducAzioni: «Il governo Meloni dimezza i posti negli asili nido»

ROMA-ADISTA. La rete EducAzioni, che riunisce numerose associazioni impegnate nella difesa dei diritti educativi, lancia l’allarme sugli asili nido: «Il governo Meloni dimezza la percentuale di copertura degli asili nido su base regionale. Ci allontaniamo dall’Europa»

L’obiettivo del governo italiano, fissato con la legge di bilancio 2022, di garantire entro il 2027 una copertura del 33% dei nidi d’infanzia su base locale, sia a livello comunale che di bacino territoriale, è stato messo in discussione nel recente Piano strutturale e di bilancio di medio termine inviato a Bruxelles.

«Seppur distante dal target europeo del 45% fissato per il 2030 – si legge nella nota della rete EducAzioni –, il governo nel Piano ha dichiarato che gli stanziamenti consentiranno di raggiungere il 33% di copertura del servizio sul territorio nazionale, come previsto dalla normativa. Tuttavia, la tavola A VI.4 allegata al Piano ridimensiona questo obiettivo a un 15% di copertura su base regionale, rendendo ancora più incerto il raggiungimento del livello nazionale, e sono stati anche ridotti i fondi previsti per sostenere i costi di gestione. Tale riduzione non solo comprometterebbe le possibilità di raggiungere il nuovo obiettivo europeo, ma accentuerebbe le attuali disuguaglianze territoriali, penalizzando bambine e bambini del Mezzogiorno e delle aree interne, che già dispongono di una dotazione di servizi più limitata».

Per questo la rete EducAzioni «esprime forte preoccupazione per quella che appare come una ridefinizione al ribasso del Lep (Livello essenziale delle prestazioni) per i nidi d'infanzia. Questo potenziale abbassamento contrasta con il diritto di bambine e bambini alle pari opportunità educative e con le politiche di sostegno alla natalità e all'occupazione femminile che il governo dice di voler sostenere. Già dal 2020 come rete EducAzioni abbiamo sostenuto una dettagliata proposta di ampliamento, rafforzamento e integrazione della copertura dell’offerta di servizi educativi e scolastici per i bambini tra 0 e 6 anni e degli interventi a sostegno della genitorialità, che teneva conto delle forti disuguaglianze territoriali nella dotazione di servizi 0-2 anni, peraltro confermata anche nel recentissimo (ottobre 2024) Rapporto Istat sui servizi educativi per l’infanzia in Italia. Per questo chiediamo un chiarimento urgente sulla effettiva volontà del Governo di mantenere gli impegni presi, e sui tempi e le scadenze effettive con cui questi saranno in concreto perseguiti».

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.