Alla Cop29 il Rapporto UNHCR su migrazioni e crisi climatica
Il Rapporto No Escape: On the Frontlines of Climate Change, Conflict and Displacement – presentato dall’Agenza Onu per i Rifugiati (United Nations High Commissioner for Refugees-UNHCR) oggi durante la Conferenza sul Clima di Baku in Azerbaijan (Cop29) – rivela che il cambiamento climatico rappresenta «una minaccia crescente per le persone già in fuga da guerre, violenze e persecuzioni». È il primo rapporto dell’Agenzia che affronta il tema della crisi climatica, segno della sempre più stretta (ed esplosiva) correlazione tra questione climatica e questione migratoria.
In un comunicato stampa odierno, l’Agenzia Onu spiega – alla luce di un’accurata raccolta di dati condotta in collaborazione con 13 organizzazioni di esperti, istituti di ricerca e organizzazioni di rifugiati – come gli eventi climatici «stiano interagendo con i conflitti, spingendo coloro che sono già in pericolo in situazioni ancora più terribili».
Secondo le rilevazioni delle Nazioni Unite, i migranti forzati nel mondo hanno superato quota 120 milioni: allo stato attuale, tre quarti di loro vivono in Paesi fortemente colpiti dalla crisi climatica; la metà, poi, vive in contesti vessati, allo stesso tempo, da guerra e cambiamento climatico (per esempio Etiopia, Haiti, Myanmar, Somalia, Sudan e Siria). Una crisi nella crisi che già oggi si fa sentire, con conseguenze drammatiche per le persone già costrette ad abbandonare le proprie case a causa di violenze e insicurezza, e che nei prossimi anni rischia di andare fuori controllo. Il Rapporto prevede addirittura che, entro il 2040, il numero dei Paesi chiamati ad «affrontare rischi estremi legati al clima passerà da 3 a 65, la maggior parte dei quali ospiterà rifugiati e sfollati interni».
Nel Rapporto Grace Dorong, attivista per il clima ed ex rifugiata che vive in Sud Sudan, esplicita il nodo della questione e chiama in causa indirettamente i leader globali riuniti a Baku: «Se non si affronta il problema, il numero di persone in fuga, e l’effetto moltiplicatore del cambiamento climatico, peggioreranno».
Secondo Filippo Grandi, alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, «l’emergenza climatica rappresenta una profonda ingiustizia». «Le persone costrette a fuggire, e le comunità che le ospitano, sono le meno responsabili delle emissioni di carbonio, eppure stanno pagando il prezzo più alto. I miliardi di dollari di finanziamenti per il clima non arrivano mai a loro e l’assistenza umanitaria non riesce a coprire adeguatamente il divario sempre più ampio. Le soluzioni sono a portata di mano, ma è necessaria un’azione urgente. Senza risorse e sostegno adeguati, le persone colpite rimarranno intrappolate».
Leggi l'Executive Summary in italiano
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!