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L'insensatezza delle destinazioni lontane per l'attracco dei migranti soccorsi: un appello

L'insensatezza delle destinazioni lontane per l'attracco dei migranti soccorsi: un appello

È attraccata poco più di 3 ore fa al porto di Taranto la nave Ocean Viking con 101 migranti soccorsi nel Mediterraneo negli ultimi giorni. Si tratta di 32 somali, 26 siriani, 15 eritrei, 13 egiziani, 6 palestinesi, 3 pakistani, 3 sudanesi, 2 iracheni e un etiope che, dopo l'identificazione e gli accertamenti sanitari, saranno smistati verso altre destinazioni. Non si registrano particolari criticità sanitarie, ma la navigazione è stata ostacolata dalle pessime condizioni meteo-marine con mare mosso e onde alte fino a 3,5 metri.

Inizialmente alla Ocean Viking era stato assegnato il porto di Ravenna come destinazione, ma era stata la stessa nave a chiedere un approdo più vicino. Troppo lontano tuttavia anche il porto di Taranto, scelta che ha indotto l’Associazione Don Bosco 2000-Costruttori di ponti di Piazza Armerina (Enna), a reagire con un Appello titolato: «No a scelte scellerate che mettono a rischio vite umane». Il testo, in questo comunicato stampa:

Il dramma vissuto dall’Ocean Viking, con a bordo 101 naufraghi, tra cui 23 minori non accompagnati, 7 bambini sotto i 12 anni e 23 donne, è assurdo e inaccettabile.

La nave è stata costretta a navigare in condizioni estreme: onde alte fino a 3,5 metri, vento e freddo intenso. Nonostante l’emergenza e le richieste di un Punto di Sbarco (PoS) più vicino, è stato assegnato un porto lontanissimo come Taranto, obbligando l’equipaggio e i sopravvissuti a un viaggio estenuante e pericoloso.

Come Associazione Don Bosco 2000, denunciamo con forza l’insensatezza di queste decisioni. In condizioni avverse, non si può accettare una scelta scellerata che assegna porti impossibili da raggiungere senza mettere a rischio la vita di persone già provate da sofferenze indicibili.

Facciamo appello al Governo e a quanti operano nel sistema di gestione delle emergenze affinché venga garantita un’assegnazione dei porti che tenga conto delle condizioni meteorologiche e dell’urgenza umanitaria. È necessario agire con responsabilità e umanità, perché non si tratta di numeri, ma di vite umane che meritano rispetto, protezione e un’accoglienza sicura.

Non possiamo permettere che il Mediterraneo si trasformi ancora una volta in un teatro di scelte inaccettabili. Il valore della vita umana deve essere il motore di ogni decisione politica.

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