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Commissione ONU al governo italiano: il

Commissione ONU al governo italiano: il "pacchetto sicurezza" comprime i diritti umani

Che il disegno di legge n. 1236, il cosiddetto “pacchetto sicurezza”, attenti ai diritti umani era già stato oggetto della lettera inviata il 16 dicembre 2024 dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Michael O' Flaherty al presidente del Senato Ignazio La Russa. La lettera chiedeva ai membri del Senato italiano di astenersi dall'adottare il ddl, «a meno che non venga modificato in modo sostanziale per garantire che sia conforme agli standard del Consiglio d'Europa in materia di diritti umani».

Ora sono sei Relatori speciali del Consiglio diritti umani della Nazioni Unite a sollecitare lo Stato Italiano perché ne riveda il testo perché allo stato introduce varie misure penali potenzialmente idonee a restringere la libertà di espressione e di manifestazione pacifica. Ne dà notizia il 18 gennaio il Centro Diritti Umani (CEDU) dell’Università di Padova.

I Relatori speciali che hanno scritto al governo Italiano sono quelli su: libertà di riunione e associazione pacifica, sulla libertà di opinione e espressione, sulla situazione degli human rights defenders, sui diritti umani dei migranti, sulle forme contemporanee di razzismo, xenofobia e intolleranza e sul rispetto dei diritti umani nella lotta contro il terrorismo.

La lettera dei sei Relatori speciali è datata 19 dicembre 2024 ed è stata resa pubblica il 16 gennaio 2025. La risposta del governo italiano sarà resa pubblica sul sito dedicato alle comunicazioni dei relatori speciali e alle risposte ricevute dagli Stati: https://spcommreports.ohchr.org.

La lettera di cui riferisce il CEDU avverte che «Alcuni diritti umani messi a rischio dalla possibile adozione del disegno di legge sicurezza. Gli esperti delle Nazioni Unite segnalano che alcune disposizioni in discussione possono violare una serie di norme del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ratificato dall’Italia nel 1977), in particolare gli articoli 9 (libertà personale), 12 (libertà di movimento), 14 (giusto processo), 17 (privacy), 19 (libertà di opinion e espressione), 21 (libertà di riunione pacifica), 22 (libertà di associazione). Si segnala anche il rischio che le norme in discussione in Senato diano luogo a discriminazioni su base etnica o razziale o contro i migranti (in contrasto con l’art. 2 del Patto e con la Convenzione contro la discriminazione razziale). In particolare, poiché alcune delle attività su cui si concentra l’azione repressive sarebbero legate alle proteste ambientaliste, gli esperti indipendenti delle Nazioni Unite segnalano una possibile violazione della Convenzione di Aarhus sull’accesso alle informazioni, la partecipazione nella presa di decisioni e l’accesso alla giustizia in materia ambientale che l’Italia ha ratificato nel 2001. Ampio riferimento è fatto alla recente adozione da parte dell’Assemblea Generale delle NU del Model Protocol per funzionari di polizia sulla promozione e protezione dei diritti umani nel contesto di proteste pacifiche».

Ma le disposizioni del disegno di legge che gli esperti considerano non in linea con le norme sui diritti umani sono numerose. Per esempio quelle di contrasto al terrorismo (possibile revoca della cittadinanza italiana), o quelle relative al restringimento dello spazio di partecipazione civica (che prevedono il divieto di accedere a infrastrutture, linee ferroviarie, strade o simili).

Il testo integrale della comunicazione del CEDU è a questo link 

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