
Rete sinodale: le riforme per la Chiesa italiana
ASSISI (PG)-ADISTA. Donne in tutti i ministeri ordinati; commissione nazionale indipendente sulla pedofilia del clero; piena accoglienza, teologica e pastorale, delle persone Lgbtq+. Queste le riforme, tra tante, che duecento persone, appartenenti alla ”Rete sinodale” composta da una trentina di gruppi e comunità riunitesi per due giorni ad Assisi, il 22-23 febbraio, hanno proposto alla Conferenza episcopale italiana. Il contributo viene inviato alla Cei perché sia inserito nel documento-base che sarà discusso, dal 31 marzo al 3 aprile, dalla seconda sessione del Sinodo italiano.
A proposito delle donne, la “Rete” ritiene che solo la loro piena ammissione a tutti i ministeri ordinati potrà sanare alla radice l’impianto maschilista della Chiesa.
Poi, pur apprezzando il proclamato impegno della Cei per snidare la pedofilia del clero, essa ritiene che solo una commissione esterna ed indipendente (come bene ha fatto il vescovo Ivo Muser per la diocesi di Bolzano-Bressanone) possa raggiungere il desiderato scopo.
È tempo, conclude la “Rete”, che sia cancellato, dal Catechismo della Chiesa cattolica, il paragrafo che accampa perfino le Scritture per condannare tali persone Lgbtq+ se vivono pienamente la loro sessualità o identità di genere.
Infine, la stella polare della Chiesa non sia la celebrazione di se stessa ma l’impegno per la pace nella giustizia.
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