
Mediterranea: «Il capitolo Libia venga scorporato dal decreto missioni internazionali previsto, dopo il caso Almasri e Paragon, necessaria revisione»
ROMA-ADISTA. È previsto per domani 16 aprile il voto alla Camera del cosiddetto “Decreto missioni” che riguarda il finanziamento e la prosecuzione delle missioni internazionali in corso in Europa, Asia e Africa. Alla voce “interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione”, si propone di finanziare fino al 31 dicembre la partecipazione di personale della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza ad attività di addestramento e sostegno logistico alla guardia costiera libica e in generale all’attività di controllo delle frontiere e delle coste libiche.
«Il generale Almasri, stretto collaboratore del Ministro degli Interni libico Trabelsi, come responsabile del lager di Mitiga e Direttore della polizia giudiziaria con sovraintendenza anche su altri campi di detenzione per migranti, sarà uno dei destinatari di queste attività, cioè di soldi e mezzi finanziati con i soldi pubblici dall’Italia – denuncia in una nota l’ong Mediterranea Saving Humans –. Riteniamo semplicemente vergognosa l’idea che criminali colpiti da mandato di cattura internazionale per omicidi, stupri e torture, possano essere destinatari di finanziamenti anche indiretti, che sulla carta sono definiti come necessari ai programmi di “stabilizzazione democratica” della Libia. Altro motivo non meno importante per sospendere la decisione da parte del parlamento italiano, è anche il recente caso Paragon, sulla attività di spionaggio militare di attivisti di Mediterranea, nata proprio nel quadro dei rapporti con le milizie libiche. Il Copasir, cinque procure nazionali e altri organismi internazionali, stanno conducendo indagini molto approfondite. Sarebbe di buon senso attenderne i risultati prima di procedere a nuovi programmi con il governo libico, e con esponenti che potrebbero essere coinvolti in “traffici di informazioni sensibili” che riguardano proprio il caso Paragon».
Pertanto, conclude Meditteranea, «chiediamo ai membri del Parlamento italiano, di pretendere lo scorporo dei punti che riguardano la Libia dal decreto missioni, proprio per avviare quel processo di revisione pubblica del Memorandum Italia-Libia che sarà successivamente votato in Parlamento».
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