
Frate Leone (fra storia e profezia)
Eletto papa Leone XIV, Tonio Dell'Olio, nella rubrica di Mosaico di pace, "Mosaico dei giorni", ha postato il seguente testo.
Nelle fonti francescane è attestata l’intima amicizia di Francesco d’Assisi con Frate Leone, un presbitero che con ogni probabilità veniva da Viterbo se non della stessa Assisi e che aderì all’ordine dei minores in un secondo tempo. Sta di fatto che ben presto divenne confessore e secretarius di Francesco, ovvero custode dei segreti del santo di Assisi. È certo che, in quanto litteratus e conoscitore del latino, frate Leone fu amanuense. L’attestazione più solenne di questa sua attività la troviamo nel celebre racconto De vera et perfecta laetitia in cui Francesco ripete più volte l’esortazione: «Scrivi, frate Leone». Un dotto, quindi, e amico di Francesco di cui godeva stima e fiducia. Un frate preoccupato di raccogliere i segreti del santo assisiano e di metterli per iscritto. Insomma, se è vero che il riferimento per la scelta del nome di papa Leone XIV è il Leone della Rerum Novarum, forse non va trascurata anche quella del pontefice che prende il nome di colui che accoglie i processi avviati dal suo predecessore e li fissa per la storia e per la Chiesa. La Chartula con la benedizione che Francesco detta a frate Leone termina con le parole: “Dominus benedicat frater Leo, te”. Le facciamo nostre e le rivolgiamo a papa Prevost.
*Foto di dominio pubblico
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