
Prima dell’“Extra omnes”,“Intra omnes”, per immaginare la Chiesa del futuro
Tratto da: Adista Documenti n° 19 del 17/05/2025
DOC-3386. BRESCIA-ADISTA. Una lettera collettiva nella forma di un abbecedario che raggiunga simbolicamente i cardinali riuniti in conclave ma che serva anche ai fedeli, al popolo di Dio come come viatico nel compito di immaginare la Chiesa di domani, dopo la fine del pontificato di papa Francesco. Una lettera collettiva dal titolo significativo: Intra omnes, “dentro tutti”, perché, come scriveva lo stesso Francesco nella sua autobiografia Spera (Mondadori, Milano 2025, p. 256), «Se il conclave è il momento dell’Extra omnes, la Chiesa è caratterizzata invece dall’Intra omnes. E già un istante dopo la fumata bianca, così è per il papa. La Chiesa è di Cristo. E Cristo è di tutti, è per tutti». Pubblicato dall’editrice Queriniana di Brescia, il volume dunque presenta le trasformazioni che hanno caratterizzato l’epoca Bergoglio, ma soprattutto individua le linee direttrici che configureranno il futuro della Chiesa, che ci si augura sinodale, profetica e in grado di incarnare il vangelo in un mondo sempre più complesso. Il nuovo pontefice, ci si augura, si inserirà rispetto alle azioni e alle parole del suo predecessore in una continuità ermeneutica, dando espressione piena alle istanze del Concilio Vaticano II.
Intra omnes è curato da Andrea Grillo, professore ordinario di teologia dei sacramenti e di teologia della religione al Pontificio Ateneo “S. Anselmo” di Roma e docente di teologia liturgica e teologia dell’eucaristia all’Istituto di Liturgia Pastorale “S. Giustina” di Padova, e da Luigi Mariano Guzzo, professore associato di diritto e religione presso l’Università di Pisa; articolato in un’edizione digitale gratuita, scaricabile dal sito della Queriniana, e in una cartacea, il volume consta di 26 lemmi che vanno da “Abusi” a “Vocazione”, passando per “Autorità”, “Creato”, “Cultura”, “Donna”, “Giovani”, “Liturgia”, “Morale”, “Popolo”e altri. A trattare i singoli temi un ampio spettro di teologi e teologhe, tra i quali Roberto Maier, docente di teologia e di filosofia morale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore; Tonio Dell’Olio, già coordinatore nazionale di Pax Christi, presidente della “Pro Civitate Christiana - Cittadella Laudato si’ di Assisi”; Simone Morandini, direttore di CredereOggi e vicedirettore Istituto di Studi Ecumenici “S. Bernardino” di Venezia; Stella Morra, professoressa stabile di teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana; Linda Pocher, docente di cristologia e mariologia presso la Pontificia Facoltà Auxilium di Roma; Simona Segoloni, presidente del Coordinamento delle teologhe italiane; Cristina Simonelli, docente di Antichità cristiana presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano.
“Intra omnes”: tutti sono chiamati
Al di là del fatto che il lettore possa scegliere a proprio piacimento i lemmi che più lo interessano, i curatori offrono tre percorsi di lettura, costruiti intorno a tre tematiche più vaste: Autorità condivisa, verso una governance sinodale (un percorso che «illumina le radici istituzionali della Chiesa e le modalità di bilanciamento tra carisma e ufficio, per ripensare insieme la relazione tra autorità gerarchica e partecipazione»); Annuncio e pastorale, rinnovare il linguaggio della fede (percorso che è «centrato sul compito essenziale della Chiesa nel mondo: l’Annuncio del vangelo, che papa Francesco ha voluto ripensare profondamente in Evangelii gaudium, indicata come “la cornice apostolica della Chiesa di oggi”») e Chiesa nel mondo, giustizia, ecologia e dialogo (che «esplora il cammino verso una Chiesa impegnata sui grandi nodi globali. Prende avvio dalla cura del Creato, nostra casa comune, tema centrale fin dall’inizio del pontificato, e dall’opzione per i Poveri, intesi come «carne sofferente di Cristo», arrivando a affrontare anche il nodo degli abusi come «una questione ecclesiale legata al clericalismo e alla gestione del potere, che richiede un impegno a tutto campo per smascherare la “cattiva teologia” che li favorisce»).
Il senso profondo di quell’Intra omnes ha le sue radici nel Vangelo: «“Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze” (Mt 22,9)», ricordava Francesco nella sua autobiografia. «Tutti sono chiamati. Tutti. E allora: tutti dentro. Buoni e cattivi, giovani e vecchi, sani e ammalati. Perché questo è il progetto del Signore. Con una chiara predilezione, anzi, per questi ultimi». Allora dal Conclave dovrebbe emergere, scrive Stefano Biancu, direttore responsabile di Munera. Rivista europea di cultura, nel saggio sul “Tempo”, «una Chiesa che sappia guardare la storia dalla prospettiva non dei vincitori, ma dei perdenti, degli ultimi, perché questa è la prospettiva che Dio stesso ha scelto, all’interno di una storia iniziata quando non c’era posto nell’albergo e conclusasi nell’umiliazione di un ingiusto processo e di una morte violenta. Una Chiesa dunque preoccupata – secondo la bella espressione di Evangelii gaudium – di avviare sempre di nuovo processi, piuttosto che di occupare spazi».
Di seguito, per gentile concessione dell’Editore, riportiamo il testo integrale dell’Introduzione al volume di Grillo e Guzzo e il contributo dedicato al tema della “profezia” di Anna Carfora e Sergio Tanzarella, rispettivamente professoressa associata e professore ordinario di Storia della Chiesa alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione “San Luigi” di Napoli.
*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza
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