
«Non sono nemici!»: appello di pediatri contro la strage di bambini a Gaza
«I bambini non sono nemici» e «gli aiuti umanitari non sono un’arma»: constatazioni che sembrerebbero scontate e persino banali se non fosse che ormai, nella Striscia di Gaza, la realtà ha superato ogni più fosca immaginazione.
A scendere in campo con un accorato appello, diffuso il 28 maggio, è l’Associazione Culturale Pediatri (ACP), realtà di 1.400 pediatri italiani associati, nata a Milano nel 1974, finalizzata allo sviluppo della cultura pediatrica ed alla promozione della salute del bambino (v. sito).
L’ACP prende le mosse dalla vicenda di Mohammed, bambino di 4 anni «morto di fame a Gaza» il 25 maggio scorso: «Mohammed – si legge nella nota – non è morto di carestia per cause naturali, ma in un posto dove si è deciso di non far arrivare il cibo attraverso gli aiuti umanitari». E dalla vicenda della pediatra palestinese, Alaa al-Najjar, che in ospedale «si è vista arrivare i corpi dei suoi 9 figli colpiti da un bombardamento israeliano». Di fronte a questi fatti di inenarrabile gravità, spiega l’Associazione, «ci sentiamo inermi». 35 bambini al giorno muoiono a Gaza, 18mila in totale fino a oggi. «Gaza ha la più grande coorte di bambini e bambine amputate, oltre a coloro che muoiono e moriranno di fame, non per carestia, ma per impossibilità ad accedere agli aiuti umanitari». Eppure, denuncia ACP «la fame non può essere un’arma di guerra, né una moneta di contrattazione». E per questo non si può tacere: «Dobbiamo comunicare la nostra indignazione come madri e padri, come pediatri che si prendono cura delle bambine e dei bambini e delle loro famiglie, e come Associazione Culturale Pediatri ribadiamo con forza l’enorme gravità di questa situazione». «La negazione dei diritti umani e la totale assenza di protezione nei confronti delle bambine e dei bambini» deve finire al più presto, prosegue la nota. «La distruzione del popolo palestinese avrà enormi ripercussioni sulle generazioni a venire, sui figli e sui nipoti dei bambini che sopravviveranno a tutto questo».
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!