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A Gaza City, Israele prosegue il suo piano di pulizia etnica

A Gaza City, Israele prosegue il suo piano di pulizia etnica

Non c’è dubbio, denuncia Oxfam Italia in una nota diramata ieri: «Lo sfollamento forzato di Gaza City fa parte di un piano di pulizia etnica». Spostare da Gaza City un milione di persone – metà delle quali già vivono in una condizione di carestia indotta dall’azione israeliana – in una cosiddetta "area umanitaria" «priva di qualsiasi servizio di base», afferma Oxfam, «è illegale e inattuabile secondo le norme del diritto internazionale umanitario. Fa parte di un piano di pulizia etnica che Israele vuole attuare in tutta la Striscia, ultimo capitolo del genocidio in corso da quasi 2 anni».

Secondo Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia, abbiamo imparato che, ad ogni ordine di evacuazione, è seguito un massacro di massa con massicci e indiscriminati bombardamenti da parte delle Forze di Difesa Israeliane. «Il piano di Israele di concentrare un altro milione di persone in campi piccoli, sovraffollati e privi di qualsiasi servizio per accogliere la popolazione è disumano», aggiunge il portavoce di Oxfam. «Basti pensare che la cosiddetta “area umanitaria” individuata nel sud copre un’area di appena 42,8 chilometri quadrati, ossia meno del 12% della Striscia. Allo stesso tempo le centinaia di migliaia di persone che già si trovano nella parte meridionale di Gaza dovrebbero sopravvivere con ancora meno cibo, acqua o medicine, dato che i pochi aiuti umanitari ancora disponibili e le infrastrutture di emergenza ancora in piedi sono nella zona centrale».

Tra l’altro, sottolinea Oxfam, gli ordini di evacuazione di massa rappresentano una «gravissima violazione del diritto internazionale umanitario e dello Statuto di Roma della Corte Penale internazionale» poiché, spiega Pezzati, «non può essere usato come uno strumento di pressione in sostituzione dei negoziati e costituisce una punizione collettiva per la popolazione di Gaza».. Senza questi requisiti si tratta di un trasferimento forzato, che nelle circostanze attuali equivale a un crimine di guerra e contro l'umanità». Per il diritto internazionale la popolazione civile deve essere tutelata e protetta, garantita nell’integrità fisica e nei diritti.

Le continue evacuazioni, tra l’altro, rendono impossibile fornire supporto umanitario, anche perché spesso le organizzazioni sono state fatte bersaglio dagli attacchi militari israeliani, con personale ferito o ucciso e con già esigue forniture distrutte.

«A Gaza si consuma una catastrofe indicibile», conclude Pezzati, secondo il quale occorre con urgenza «porre fine a questa violenza, a queste privazioni. Serve interrompere con urgenza tutte le operazioni di sfollamento forzato e avviare la distribuzione su larga scala di cibo, acqua, medicine, attrezzature per la riparazione delle infrastrutture idriche essenziali e carburante».

Per queste ragioni, Oxfam torna a chiedere con urgenza «un cessate il fuoco immediato e permanente e il rilascio di tutti gli ostaggi e dei prigionieri detenuti illegalmente. Le sofferenze che i palestinesi di Gaza stanno subendo da oltre 700 giorni devono finire ora. Il fallimento morale degli Stati è evidente, il loro silenzio e l’invio di armi a Israele non fermeranno il genocidio a cui assistiamo».

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