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IL PAPA NON SI PRESTI ALLE MANOVRE DI BERLUSCONI. LETTERA APERTA DI UN SACERDOTE A BENEDETTO XVI

Tratto da: Adista Notizie n° 17 del 04/03/2006

33259. GENOVA-ADISTA. Benedetto XVI riceverà Berlusconi a ridosso delle elezioni legislative del 9 aprile. Non sarà un'udienza ad personam, nel senso che il presidente del Consiglio non si presenterà solo dal papa. Questi riceverà infatti i membri del Partito Popolare Europeo (al cui gruppo parlamentare è affiliata Forza Italia) che celebrerà a Roma il suo congresso nei giorni 30 e 31 marzo 2006.

Comprensibile è il timore che, ad una settimana dalla consultazione elettorale, l'incontro rappresenti oggettivamente una consacrazione del capo di Forza Italia e, dunque, un inquinamento della competizione, oltretutto al di fuori da ogni par condicio. Questo timore ha suggerito al prete genovese Paolo Farinella di mettere sull'avviso il papa con una lettera aperta, per la quale si stanno raccogliendo adesioni, che verrà inviata in Vaticano. "Nulla da eccepire - sostiene il sacerdote nella lettera - se l'udienza capitasse in tempi normali o non sospetti". Ma "in queste circostanze e condizioni", la visita "serve al capo del governo per potersi accreditare come ‘consono' alla Chiesa cattolica, a differenza del suo rivale, Romano Prodi, che da cattolico serio e ‘adulto' non usa la religione come strumento populista di infima propaganda".

Secondo don Farinella, il Papa rischierebbe "di accreditare un uomo che ha diviso la nazione invece di unirla, come richiedeva la sua funzione. Il presidente del Consiglio italiano si definisce cattolico, ma non esita a distruggere lo Stato sociale, impoverendo ancora di più i poveri e favorendo i ricchi. Al contrario, egli ha triplicato il suo patrimonio facendosi approvare leggi su misura contro ogni legittimità giuridica. Interi settori della popolazione che fino a ieri vivevano una vita dignitosa, oggi vengono nelle parrocchie a chiedere aiuto per arrivare alla fine del mese".

Don Farinella intende allora farsi portavoce dei molti cattolici che "chiedono al Papa di non prestarsi anche involontariamente a questo gioco che appare demagogico, populista e dissacratore", perché basato "sul principio machiavelliano, immorale per l'etica cattolica, che il fine giustifichi i mezzi". "Chiediamo al Papa che ‘almeno' per opportunità politica non riceva il capo di una fazione politica, nel momento in cui la legge italiana impone una reale par condicio che il capo del governo ha eluso e aggirato a piene mani e anche ostentatamente. In subordine chiediamo che riceva insieme i due capi dei poli opposti e faccia loro una autentica lezione di comportamento etico anche in campagna elettorale, senza dimenticare di ricordare i principi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa che ha come fulcro il ‘bene comune' dell'intera Nazione".

E, con l'occasione, il sacerdote manifesta al papa anche lo sbigottimento per il comportamento della gerarchia cattolica italiana: "Desideriamo informare il Papa che molti, moltissimi fedeli sono impressionati per il silenzio della gerarchia cattolica italiana di fronte ad eventi e scelte governative che gridano vendetta al cospetto di Dio, giacché ritengono e pensano che essere cristiani sia incompatibile con il modello di governo che questi cinque anni ci hanno riservato. Una contradditio in terminis". Ed invece i "partiti che fanno riferimento ai principi etici del cattolicesimo hanno firmato una legge sull'immigrazione che nega i principi fondamentali della fede cristiana, per sua natura universale e quindi aperta, con le necessarie regole, all'accoglienza di disperati e affamati; i quali bussano alla porta dell'occidente opulento che pure legge ogni domenica Mt 25, 31-46, là dove il Signore si identifica con gli affamati, gli assetati, i carcerati, i forestieri". Mentre "l'ospite che arriva in Vaticano ha appena approvato e fatto varare dal Parlamento una legge immorale che concede a tutti i cittadini la licenza di uccidere e di essere uccisi in nome di una malintesa sicurezza la cui custodia è affidata alle pistole di una pericolosa giustizia ‘fai da te'".

La richiesta è, perciò, che il papa "non presti il fianco a dividere ancora di più i cattolici che già sono frammentati in partiti e porzioni di partiti", preservando "la Sede di Pietro da ogni calcolo di interesse e da basse strategie di strumentalizzazione partitica e faziosa. È una questione etica. È un imperativo di decenza". (Chi lo desidera, può leggere in integrale e sottoscrivere la lettera di Farinella sul sito http://minimalessandro.blogspot.com/2006/02/let-tera-aperta-al-papa-benedetto-xvi.html)

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