DIFFIDATE DEI CATTOLICI "A PAROLE". LE ISTRUZIONI DELL'AC PER IL VOTO
Tratto da: Adista Notizie n° 25 del 01/04/2006
33305. MILANO-ADISTA. Premiare con il voto non chi si dichiara più cattolico degli altri, ma chi si impegna a fare leggi in linea con i valori cristiani di legalità, attenzione al bene comune e alle classi sociali più deboli. Sono queste le "Istruzioni per l'uso" di Fabio Pizzul, presidente dell'Azione Cattolica ambrosiana, in vista delle elezioni politiche del prossimo 9-10 aprile. Una scadenza che richiede innanzitutto uno sforzo di "partecipazione" da parte di tutti i cittadini, ben oltre i "faccia a faccia" televisivi: "la partecipazione, ora con la fatica di informarsi, poi con la responsabilità del voto, è un elemento fondamentale della cittadinanza. Il legittimo fastidio per i toni dell'attuale dibattito politico non deve trasformarsi in distrazione o, peggio, nella scelta di non recarsi al voto. Partecipare alla scelta della classe dirigente del Paese è atto importante e qualificante per far sì che noi cittadini non diventiamo semplici consumatori".
Sono quattro i temi che Pizzul propone come "filtro" per "interpretare le tante parole e promesse" della campagna elettorale: la famiglia e la vita, la giustizia sociale, la legalità e l'attenzione al bene comune. "La famiglia e la vita – scrive Pizzul in un articolo pubblicato in prima pagina su "In dialogo" di marzo, il mensile dell'Ac ambrosiana – non si difendono solo dichiarandosi più cattolici degli altri, ma impegnandosi a varare provvedimenti che siano realmente in grado di promuoverne quotidianamente il valore". Occorre poi, secondo il presidente dell'Ac di Milano, "creare le condizioni perché tutti, soprattutto i più deboli, possano trovare opportunità e occasioni per vivere in condizioni dignitose. La competitività e le ferree leggi del mercato non possono diventare l'unico criterio di giudizio: le relazioni, i cammini di sostegno ai più deboli e i percorsi di integrazione hanno un valore economico e sociale che non può essere trascurato. La ricchezza di un Paese non si misura solo con il Prodotto interno lordo, ma anche con la sua capacità di garantire una qualità della vita che non è misurabile sono in capacità di acquisto o propensione al risparmio. In quest'ottica, la tanto temuta pressione fiscale non può solo e sempre essere vista come un fardello ingiusto sulle spalle dei cittadini, ma deve anche essere considerata come un fondamentale strumento di solidarietà e sviluppo". E poi "la legalità e l'attenzione al bene comune", valori che contraddistinguono l'impegno di ciascun cittadino e soprattutto dell'uomo politico. "Proviamo a interrogarci su quanto queste dimensioni compaiano nell'attuale dibattito politico – conclude Pizzul –; credo che in questo modo potremmo avere interessanti strumenti per andare oltre il chiacchiericcio e le promesse di puro stampo elettorale".
La lettura dell'articolo del presidente dell'Ac ambrosiana viene ‘sponsorizzata' anche dalla Presidenza nazionale di Ac che, dal canto suo, sul n. 6 di "Segno nel mondo", pubblica una "Lettera aperta per una politica responsabile", indirizzata ai futuri parlamentari. Un testo piuttosto sfumato che però insiste su alcuni temi e indica diverse priorità per il nuovo governo: il recupero della "questione morale", il cui indebolimento ha provocato "una svalutazione della giustizia, uno scarso senso della partecipazione democratica, una mentalità che antepone al bene pubblico il bene privato"; la difesa della vita e della famiglia; la tutela del lavoro, "riducendone la precarietà, soprattutto per i giovani, attraverso una flessibilità sostenibile che protegga le persone e non esclusivamente le imprese"; una politica economica "più attenta alle fasce deboli della società"; una politica per l'immigrazione "aperta all'accoglienza" e "a un dialogo attento alle differenze culturali e religiose, nella prospettiva di una nuova democrazia inclusiva"; il rilancio della questione meridionale; "un'azione convinta e costante a favore della pace e dello sviluppo dei popoli" che metta al primo posto non la "guerra al terrorismo" ma la diplomazia e il "rilancio degli organismi internazionali". C'è spazio anche per una stoccata al centro-destra, responsabile di aver approvato a maggioranza una brutta Riforma costituzionale: "l'Azione Cattolica Italiana si chiede anche se le modifiche approvate non intacchino quei principi di solidarietà e coesione nazionale che debbono essere coniugati con la valorizzazione più ampia possibile delle autonomie locali, in nome di un principio di sussidiarietà correttamente inteso, e non pongano a rischio l'equilibrio dei poteri dello Stato". (luca kocci)
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