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NOI SCEGLIAMO LA COSTITUZIONE. QUINDI VOTIAMO "NO". PRENDONO POSIZIONE SUL REFERENDUM 41 REALTÀ ECCLESIALI

Tratto da: Adista Notizie n° 43 del 10/06/2006

33419. ROMA-ADISTA. Ci sono radici che osiamo definire cristiane, senza tema di fondamentalismo.

Sono quelle nate dall'eco che il cuore "genuinamente umano" ha trovato nel cuore dei "discepoli di Cristo", quelle nate dal coraggio di scegliere come proprie le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini, "dei poveri soprattutto", incontrati sulla propria strada.

Questa è stata la scelta di chi, magari anch'esso di poveri mezzi, ha capito che c'era una povertà più terribile che chiedeva riscatto e redenzione: era la privazione della umanità stessa, intesa come libertà e gioia di vivere, come convivenza nella pace e nella giustizia. Questa è stata la scelta di chi ha dato la propria vita per liberare paesi e città d'Italia dall'abisso del fascismo e del nazismo, di chi ha nascosto in casa un perseguitato dal potere non fermandosi a calcolare l'esiguità di un pane da spezzare insieme. Dio gridava nell'eco dell'umanità straziata dal terrore - altro che 'silenzio di Dio', pensiamo piuttosto ai silenzi di tanta Chiesa - e i credenti che hanno accolto questa eco nel loro cuore hanno seminato radici di uguaglianza e libertà. E uguaglianza e libertà ha sancito la nostra Costituzione, appunto sulla spinta irripetibile di una storia, tragica e bellissima, di Resistenza e Liberazione.

Nella Costituzione italiana c'è dunque il respiro delle grandi speranze sull'uomo, quelle che danno radici salde alla convivenza nella giustizia e nella pace, e dunque alla democrazia. E speranze che lo sguardo della fede ha riconosciuto e sentito come sue.

Per questo "un momento di grande responsabilità si avvicina per i cristiani del nostro Paese": la responsabilità di fare la propria parte per salvare la Costituzione e con essa la cifra stessa del nostro essere popolo.

A dichiararlo sono le 41 riviste di ispirazione cristiana che lanciano il loro Appello comune Per la Costituzione. Riviste ad ampio raggio 'pluralista', e che coprono gran parte della galassia ecclesiale conciliare, una volta tanto unite per un obiettivo che va ben al di là di un singolo contenuto: questa è la battaglia per la condizione di possibilità stessa di un ethos condiviso, pubblico perché democratico.

Con la Costituzione - spiegano i firmatari dell'Appello - "la guerra fu ripudiata; le filosofie e le dottrine politiche che avevano fondato la società sulla ineguaglianza per natura degli esseri umani furono rigettate e sostituite da una antropologia della pari dignità umana, per costruire un ordinamento di giustizia e di pace". Dunque, "se la Costituzione è di tutti, i cristiani hanno delle particolari ragioni per rivendicarne i contenuti e difenderla. Non solo perché vi concorsero nel sacrificio che la precedette e nella elaborazione che ne fissò i principi e le norme nell'Assemblea Costituente, ma perché il patrimonio che vi è rappresentato evoca i più alti valori della vita cristiana. Valori messi radicalmente in discussione dalla riforma imposta dalla Lega e pasticciata da tutta la scorsa maggioranza di centro-destra, dove la "devolution", che frantuma il nostro Paese nei diritti essenziali quali salute e istruzione, è solo l'apice di una sventura politica senza pari.

"Perciò noi riteniamo - così si conclude l'Appello delle riviste di ispirazione cristiana - che sia necessaria una forte mobilitazione dei cristiani contro questa riforma, anche attraverso la partecipazione a una grande manifestazione nazionale unitaria di tutto il fronte democratico per il "NO" al referendum del 25 giugno. E dopo il referendum pensiamo che debba restare alta l'attenzione dei credenti perché ai valori della Costituzione non sia inferta alcuna ferita, e perché l'amore della pace, dell'unità, della libertà e dei diritti torni sempre a rinascere".

Di seguito il testo integrale dell'Appello, la cui sottoscrizione resta aperta a singoli e realtà che vi si riconoscono attraverso l'invio dell'adesione a: costituzione@mclink.it.

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