"METTERE LA RICCHEZZA PETROLIFERA AL SERVIZIO DEL BENE COMUNE"
Tratto da: Adista Documenti n° 10 del 03/02/2007
La questione del petrolio e del gas nel mondo odierno è fortemente tecnica e specializzata. In alcune rare occasioni, ho dato un'occhiata ai rapporti pubblicati dal governo sul movimento delle entrate nel settore petrolifero. Sono scritti in un linguaggio così tecnico che più li si guarda meno si riesce a vedere; più li si legge attentamente, meno si capisce.
Poiché il greggio è sottoterra, come sappiamo quanto ne viene estratto e quanto ne rimane? Immagino che dobbiamo affidarci in maniera pressoché esclusiva a degli esperti, la maggior parte dei quali sono anche nostri partner negli affari. È questo il motivo per cui il settore petrolifero è così vulnerabile a manipolazioni e a pratiche disoneste. (...) Per quel che mi riguarda, tuttavia, credo che, a prescindere dalla nostra comprensione dei dettagli dell'industria petrolifera, dovremmo essere in grado di affrontare alcune questioni etiche che circondano il petrolio e il gas in Nigeria, considerandoli come doni di Dio al nostro Paese. Sarà quindi in questa prospettiva che farò il mio breve contributo. (…)
La responsabilità dell'autorità civile
È responsabilità dell'autorità civile il perseguire il bene comune di tutti i cittadini. Si tratta di un principio basilare che richiede un breve approfondimento. Per natura, l'uomo è un essere sociale. Non possiamo vivere come individui solitari. Viviamo in comunità. È per questo che ci sono famiglie, nazioni e popoli. Da una prospettiva cristiana, crediamo che questo sia il piano di Dio per l'umanità che ha creato. Da una parte, ogni individuo ha i suoi diritti inalienabili. Fatto a immagine e somiglianza di Dio, è solo a Dio che deve offrire la sua fedeltà assoluta. In via di principio, nessuno può avere un potere assoluto su nessun altro.
D'altra parte, nell'esercizio dei propri diritti, ciascuno deve anche prendere nota dei bisogni degli altri e del bene della società in generale. Poiché non possiamo confidare nel fatto che ciascuno lo faccia bene e coerentemente, c'è bisogno di un'autorità civile, con il potere di imporre un buon ordine. Questa necessità è la sola giustificazione per l'auto-rità che detengono coloro che sono al potere. Quando usano la loro autorità in un modo diverso dalla promozione del bene comune, abusano della loro autorità. Conseguentemente, non sarebbero più moralmente tenuti a venire obbediti.
Il papa ha espresso in maniera molto diretta questo concetto citando un non meno diretto vescovo africano e Padre della Chiesa, Sant'Agostino. Egli descrive come una "banda di ladri" quei governanti che stornano risorse pubbliche per i loro usi privati, tralasciando coloro che sono affidati alla loro cura. Quindi è dovere dell'autorità civile di riconciliare gli interessi individuali con il bene della società.
Per quel che riguarda le risorse (naturali, ndr), questa impostazione ha implicazioni importanti. Da una parte, è un principio fondamentale della nostra dottrina sociale della Chiesa che i beni di questa terra sono destinati al bene di tutti. Questo è chiamato il "principio della destinazione universale dei beni". Il Signore Iddio ha reso disponibili risorse sufficienti per il benessere di tutti gli abitanti della terra.
Allo stesso tempo, è anche un principio basilare della dottrina sociale cattolica che gli individui hanno diritto alla proprietà privata. Anzi, il loro diritto alla proprietà privata sostiene i diritti individuali di fronte alla società. Ancora, è dovere del governo bilanciare le richieste di rispetto della proprietà privata col principio della destinazione universale dei beni.
È per questo motivo che l'autorità civile ha ogni diritto di introdurre meccanismi di redistribuzione della ricchezza tra i cittadini, così che coloro che hanno un eccesso siano non solo incoraggiati ma anche obbligati a rendere ciò di cui non hanno bisogno a coloro che ne hanno moltissimo. È questo il motivo dietro il sistema di tassazione di molti Paesi sviluppati, in cui i ricchi sono tassati pesantemente per permettere servizi sociali gratuiti o almeno economici per tutti.
In questo modo torniamo lì dove eravamo partiti: il primato della persona umana. In tutto ciò che lo Stato fa per il bene comune, la persona umana deve essere il centro, l'apice e il criterio dello sviluppo. Politiche governative che schiacciano barbaramente gli esseri umani sono immorali. Non dovremmo mai sacrificare esseri umani sull'altare di alcune politiche; non importa quanto buone o accuratamente sviluppate esse possano essere ritenute.
In particolare, è un crimine che grida vendetta al cielo il fatto che lo Stato faccia pagare ai poveri i costi umani di politiche sbagliate. Questa considerazione è rilevante quando si parla di mettere il petrolio e il gas al servizio del bene comune della nostra nazione. (…)
Gestione delle risorse
È un fatto che lo Stato nigeriano stia accumulando enormi somme di denaro grazie alla vendita del petrolio. Lo Stato ha una responsabilità morale di fare in modo che questa ricchezza sia gestita con accortezza per il bene comune di tutti i nigeriani. Non è più un segreto che ci sono stati molte mancanze in questo campo. Recentemente, Mallam Nuhu Ribadì, che queste cose avrebbe dovuto saperle, ha confermato le voci che circolavano da molto tempo che, nel corso degli anni, una parte significativa dei proventi petroliferi è finito in tasche private. Ha parlato di "miliardi di dollari. C'è solo una parola per descrivere tutto ciò: furto". La nazione sta ancora aspettando un governo che abbia il coraggio morale e le credenziali per affrontare questa colossale rapina.
La richiesta delle comunità che ospitano i giacimenti di un trattamento particolare nella distribuzione delle rendite petrolifere ha grandi meriti. Questo soprattutto perché sono loro a sopportare il peso maggiore delle conseguenze ecologiche negative dell'esplorazione ed estrazione del petrolio. La giustizia richiede che il danno causato dalla attività di produzione del petrolio sia riparato con le risorse del business petrolifero. Questa è la giustificazione per devolvere più fondi agli Stati (la Nigeria è una repubblica federale, ndr) produttori di petrolio che agli altri.
Ci è familiare la richiesta di un "controllo delle risorse" da parte dei politici e degli Stati produttori. La loro richiesta è legittima, purché significhi anche ci sarà un'adeguata gestione delle risorse stesse. Non si risolverebbe alcun problema se i politici ricevessero enormi assegni da Abuja (la capitale, ndr) solo per versarli nei loro conti personali in patria e all'estero e abbandonando così il loro popolo nella miseria e nella povertà. Infatti, se il governo avesse fatto bene il suo dovere di sviluppare le aree produttrici di petrolio e di assicurare che l'ambiente fosse adeguatamente difeso, ci sarebbe stato meno bisogno di reclamare il controllo delle risorse.
Il tema ha, chiaramente, un riflesso politico. Non è solo una questione di distribuzione economica. Ha anche a che fare con l'onestà dell'amministrazione pubblica, con un senso di giustizia per tutti e con la cura dei più deboli. Sfortunatamente, i risultati dei nostri leader in questo campo sono stati pessimi. La nostra classe politica è colpevole di grossolana disattenzione. Ma sfortunatamente anche i leader locali hanno, più di una volta, ingannato il loro stesso popolo invece di servire i loro più immediati bisogni e più genuini interessi. La tragedia di Ogoniland, culminata con il caso di Ken Saro Wiwa 11 anni fa, è soltanto un caso clamoroso di questa diffusa e dolorosa situazione.
Le compagnie petrolifere
Prima di concludere le mie riflessioni, una parola sulle compagnie petrolifere. Noterete che ho fatto solo riferimenti passeggeri e indiretti su di loro, fino ad adesso. Il perché è la mia convinzione che, per quel che riguarda il tema specifico del nostro incontro "Mettere la ricchezza petrolifera al servizio del bene comune", la responsabilità principale ricade su di noi e sulle autorità civili.
Credo che da quando la Nigeria ha nazionalizzato il settore petrolifero della propria economia, abbiamo preso il controllo di tutto ciò che accade in quel settore e dobbiamo assumercene la responsabilità. Invitiamo le compagnie petrolifere – e le accogliamo – perché sfruttino le nostre risorse petrolifere per conto nostro, chiaramente a un prezzo. Dobbiamo dir loro cosa fare e stabilire le condizioni a cui operare nel nostro Paese. Quindi non dobbiamo dare alle compagnie petrolifere la colpa della nostra irresponsabilità. Per esempio, se le comunità ospiti vengono trascurate e non ricevono neanche le infrastrutture essenziali, la colpa è del governo che ammassa le rendite del petrolio, non delle compagnie petrolifere che fanno solo il loro dovere per conto del governo.
Le compagnie petrolifere non sono missionari, né organizzazioni filantropiche. Sono uomini d'affari che vengono qui per fare affari, a volta con grave rischio per le loro vite. Proveranno a fare il maggior profitto possibile, sfruttando ogni scappatoia e cavillo del nostro sistema se necessario o possibile.
Ma questo non le esime né le assolve da ogni responsabilità morale per il modo con cui fanno i loro affari con noi. Per esempio, dovrebbero sottoscrivere con noi accordi equi. Non dovrebbero rubare il nostro greggio con nessun pretesto. Coloro che comprano il nostro greggio devono pagare un prezzo giusto. Ma tutto questo non accadrà solo grazie alle nostre pie esortazioni e alla nostra assistenza spirituale. Accadrà solo nella misura in cui il nostro governo insisterà su accordi onesti e trasparenti con i nostri partner di affari.
Va segnalato qui che anche alcune aziende nigeriane sono diventate protagoniste del mercato del petrolio e del gas. E non hanno una responsabilità morale inferiore rispetto alle compagnie straniere. Il fatto che siano nigeriane non dà loro alcun diritto di rubare il nostro petrolio e di arricchirsi ingiustamente. (...)
Infine, segnaliamo che dall'inizio del suo secondo mandato, il presidente Obasanjo ha preso il controllo diretto e personale del settore petrolifero, senza alcun ministro per il petrolio. Sappiamo quindi dove vanno a finire i soldi e chi ha l'ultima parola su questo tema.
Conclusione
Il fenomeno del petrolio e del gas è paradigmatico della situazione nigeriana, caratterizzata da una gestione inetta, avarizia, egoismo e miopia. È questo il motivo per cui le nostre risorse naturali praticamente non hanno portato nessuna ricchezza e benessere alla nostra nazione. Molti hanno parlato del nostro boom petrolifero come di una rovina (doom in inglese, ndr) petrolifera. Abbiamo le risorse umane per fare in modo che queste ricchezze vengano raccolte e ridistribuite adeguatamente per il bene comune. Perché questo accada, c'è bisogno di una migliore gestione politica del nostro popolo e in particolare di colo che hanno talento in questo campo.
È questo il motivo per cui è davvero così importante che a venire eletti in posti di potere siano uomini e donne di grande integrità, pronti a mettersi al servizio degli altri. È questo il motivo per cui è necessario un ambiente politico adeguato e onesto, dove i brogli e le manipolazioni elettorali non siano più tollerati. Solo in questo modo il governo potrà fare in modo che i nostri esperti proteggano i nostri interessi nell'industria petrolifera e ci difendano contro le tendenze predatrici dagli sfruttatori del settore, che per la maggior parte sono stranieri dei Paesi ricchi che arrivano qui per massimizzare i loro profitti.
Solo allora potremo controllare e ridurre gli eccessi di quei molti che abusano del loro talento e della loro posizione per rubare le nostre risorse petrolifere, usando ogni mezzo e strategia per pompare illegalmente petrolio dagli oleodotti e per predare le navi in alto mare. (…)
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