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DON ENZO MAZZI: FAR ESPLODERE LE CONTRADDIZIONI DEL SISTEMA ECCLESIASTICO

Tratto da: Adista Documenti n° 10 del 03/02/2007

1965) Firenze-adista. Abbiamo incontrato don Enzo Mazzi durante l'assemblea che la comunità dell'Isolotto ha tenuto dopo la prima udienza del processo che vede incriminati nove membri e sostenitori della comunità stessa. Nelle parole di questo prete-elettricista traspaiono le idee che abbiamo udito esprimere nel corso dell'assemblea dai rappresentanti di tre generazioni e di ogni categoria professionale. Molto decisa ci è parsa la volontà, in "quelli dell'Isolotto", di essere presenti nei "punti caldi" della contestazione all'attuale assetto oppressivo in campo religioso e sociale. Durante la riunione è stato convenuto di recarsi personalmente ad appoggiare le comunità cristiane di Ponte Nuovo (Ravenna) e Oregina (Genova) le quali intendono protestare contro l'autoritarismo della Chiesa ufficiale rifiutando la cresima che i rispettivi vescovi conferiranno prossimamente nelle due parrocchie.

D: A due anni di distanza dalla sua fase calda e di notizia, l'esperienza religiosa e sociale dell'Isolotto è ancora viva, sentita con la stessa unitaria partecipazione del popolo? E continuano ancora con la stessa intensità la simpatia e l'appoggio manifestati all'Isolotto dalle forze più vive ecclesiali e politiche?

R: La nostra fedeltà e vitalità, sul piano ecclesiale e sociale, va ricercata a Ponte Nuovo di Ravenna, a Conversano di Bari, a Oregina di Genova, al Vingone di Firenze, a Pratorotondo di Roma, presso le popolazioni dalla Valle del Belice, i pastori di Orgosolo, gli operai di molte fabbriche fiorentine, i minatori dell'Amiata, i comitati fiorentini di quartiere, i doposcuola e nelle altre innumerevoli esperienze di base che in tutte le parti d'Italia sono sorte in questi ultimi anni. Infatti, insieme ad esse stiamo conducendo giorno per giorno la lotta per il cambiamento della società, lotta non priva di contraddizioni, ma densa di promesse e di speranza: quella notevole parte del popolo dell'Isolotto, che ha resistito ai ricatti e alle repressioni, vi partecipa in massa. Non possiamo negare che all'Isolotto attualmente vi è una certa divisione. Non si tratta però della divisione storica operata dalla Chiesa nella società italiana (praticanti e non praticanti, credenti e atei, cattolici e marxisti, fedeli e peccatori...), ma della divisione più generale che sta alla radice anche della divisione operata dalla Chiesa e cioè la divisione tra coloro che cedono al ricatto del potere e coloro che invece vi resistono e lottano per liberarsene, senza alcuna distinzione di religione o di fede.

D: Come qualifica il processo iniziato contro i 9 dell'Isolotto?

R: È chiaramente un processo repressivo contro il movimento di base. Come i processi contro la classe operaia, gli studenti, gli anarchici, ecc. anche questo mette in luce il carattere classista della magistratura e la sua incapacità strutturale a cercare realmente la verità e la giustizia. È un processo dove il popolo lotta per poter parlare e la magistratura è costretta a difendersi. È un processo che smaschera il connubio tra il potere ecclesiastico quello economico politico.

D: Come pensa il ruolo e la figura del prete nella società e nella vita di oggi?

R. Gli unici che possono dire quale ruolo può avere il prete nella storia attuale sono coloro attraverso i quali anche oggi, secondo una legge costante della Storia della Salvezza, si manifesta la volontà di Dio e cioè gli ultimi, i poveri e gli oppressi che portano avanti la linea della liberazione, resistendo ai ricatti economici e politici e alla violenza repressiva degli oppressori. La esperienze di un prete di Saigon, passato dall'Isolotto, può essere molto significativa. Egli, ormai convinto che la linea della salvezza passava attraverso la lotta di liberazione del popolo vietnamita, chiese, insieme a qualche altro confratello, di arruolarsi nel F.L.N. Gli fu risposto che il suo posto di guerrigliero era nell'ambiente cattolico: egli doveva restare all'interno della chiesa vietnamita che era il principale responsabile della guerra e della occupazione americana; egli doveva portare la lotta di liberazione all'interno della chiesa, aiutando le masse cattoliche a prendere coscienza e a liberarsi; egli doveva ricercare esperienze cristiane di base che, con la propria testimonianza evangelica, facessero esplodere le contraddizioni esistenti nella istituzione.

(Adista n. 20 del 10 maggio 1971)

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